Stamattina gli organizzatori della Festa della famiglia naturale (che si sarebbe dovuta svolgere domani pomeriggio in concomitanza con il Gay Pride) Stefano Salmè, segretario nazionale della Fiamma, l’avv. Gianfranco Amato, segretario nazionale del Popolo della Famiglia ed Ernesto Pezzetta, segretario provinciale del Movimento Nazionale, hanno spiegato in una conferenza stampa, le ragioni del rinvio dell’evento.
“La nostra festa è stata boicottata, abbiamo ricevuto l’assenso all’evento, 4 giorni prima della scadenza. Sfido chiunque ad organizzare la logistica, la coreografia, l’animazione per i bambini, in soli 4 giorni. Riteniamo che la sinistra abbia fatto pressioni per boicottare la nostra festa. A questo si devono aggiungere la gravi minacce ricevute ( l’ultima minaccia una scritta apparsa sul muro del cimitero di Feletto recante la frase “10/6 fasci appesi al family day”) contro il nostro evento. In questo clima non è possibile portare i nostri figli in piazza. La nostra responsabilità di genitori viene prima di ogni altra considerazione”. Queste le parole di Stefano Salmè a commento della scelta presa.
L’avvocato Gianfranco Amato ha sottolineato il pericolo che la società si indirizzi verso una dittatura del pensiero unico, che punisca, anche con leggi liberticide, il libero pensiero ( il riferimento è al tentativo di introdurre la fattispecie del reato di omofobia). Amato ha poi promesso di tornare in autunno a Udine, molto probabilmente insieme al cantante Giuseppe Povia.
La Festa della famiglia naturale secondo gli organizzatori voleva mettere al centro il “diritto di ogni bambino ad avere una mamma ed un papà”, contestando quindi sia la pratica dell’utero in affitto che della stepchild adoption che, di fatto, rendono il bambino, orfano dalla nascita.
