Majano. Famiglia italiana sfrattata chiede la canonica ma Don Emmanuel sceglie di aiutare i “fratelli” profughi

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Una famiglia italiana di Majano in gravi difficolotà che verrà sfrattata tra poche settimane. Una madre con una malattia degenerativa che chiede disperatamente al parroco la disponibilità della canonica, per dare una dignitosa sistemazione alla sua famiglia. Dall’altra parte un parroco figlio della nuova chiesa di Bergoglio, sempre meno italiana, sempre meno europea e quindi meno propensa a calarsi in quella solidarietà di paese, così tipica del Friuli come dell’Italia. Infine la scelta del parroco di ospitare nella canonica 15 profughi (o presunti tali). Pubblichiamo integralmente la lettera della mamma italiana indirizzata a Don Emmanuel:

“Gentile Don Emmanuel Runditse,

siamo una famiglia di cittadini italiani nativi del Friuli. Abbiamo ricevuto lo sfratto esecutivo e stiamo cercando un alloggio sempre a Majano. Fra poche settimane saremo sulla strada. Ci spiace disturbarLa ma abbiamo saputo che la Canonica di Comerzo è in fase di ristrutturazione. Abbiamo due figli minori e mio marito lavora a tempo indeterminato presso la Grande Industria di Majano. Io, essendo affetta da numerose patologie anche degenerative, ho fatto richiesta per l’invalidità civile. Prego ogni giorno che dalla sommatoria di cotante disgrazie  possa scaturire una piccola pensioncina, sarebbe una boccata d’ossigeno per le nostre dissestate finanze. In alternativa mio marito è disposto a vendere un rene a rate. Abbiamo anche chiesto un prestito, ma, a causa del contratto di solidarietà, il sistema creditizio ha considerata inaffidabile la Grande Industria di Majano. L’impossibilità di accedere ad un finanziamento in tempi utili ha, purtroppo, aggravato ulteriormente la posizione debitoria preesistente. La location della Canonica di Comerzo è ideale per le nostre esigenze (lavoro, scuola ecc.). Abbiamo bussato a molte porte ma, nonostante l’abbondanza di immobili liberi, non siamo riusciti a trovare un locale al prezzo da noi offerto. Ovviamente, nel frattempo, ci siamo già rivolti ai Servizi Sociali del Comune e ad una associazione che si occupa di casi come il nostro. Un faccendiere della zona ci ha proposto uno sbarco a Lampedusa partendo dalla Libia. Ci racconta, infatti, che alcuni anni orsono una signora residente proprio a Majano si è aggregata a dei profughi ed ora vive sotto false generalità nel Regno Unito grazie ai sussidi del Giverno di Sua Maestà (75 sterline al giorno). Lei Don Emmanuel è la nostra ultima spiaggia. Prima di imbarcarci in avventure, il nostro più grande desiderio èdi poter vivere in pace, lavorare, crescere i nostri figli e morire nella terra natia che abbiamo nel cuore, il Friuli. Grazie.
Confidando nella Provvidenza, colgo l’occasione per porgerLe i miei più distinti ed ossequiosi saluti”.
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Il Giornale di Udine

Eredi morali del “Giornale di Udine” fondato nel 1866 da Pacifico Valussi.

Responsabile culturale dott. Stefano Salmè, nato a Udine, iscritto all’ordine dei giornalisti dal 2002. Collaboratori: dott.ssa Stefania Toffoli, prof.ssa Alessandra Pagnutti, Simonetta Vicario, Giulia Peres, Daniele Bulfone

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