Abbiamo fatto un giro per investigare le condizioni in cui vivono alcune decine di clochard a Udine. Diversi sono i luoghi che ospitano queste persone, ormai perlopiù italiani. Dal sottopasso della stazione ferroviaria alla stazione delle corriere. Dai portici di piazzetta Belloni all’ospedale di Udine. Dai portici di viale Ungheria al parcheggio di via Melegnano. Ne abbiamo intervistati alcuni che ci hanno lasciato racconti di storie drammatiche. Padri separati che hanno visto distrutta la propria vita e sono caduti in una cupa depressione. Persone distrutte dal vizio dell’alcol o del gioco. “Noi senza tetto italiani non rappresentiamo un business, nessuno ci aiuta. Il dormitorio comunale di via Pracchiuso, unica realtà a noi offerta, è invivibile. La convivenza con gli stranieri lì presenti è impossibile. Continui soprusi da parte loro e nessuno interviene”. “Abbiamo dormito fianco a fianco con diversi stranieri arrivati negli ultimi due anni (richedenti asilo ), dopo qualche settimana venivano sistemati negli appartamenti, a noi restava la strada”.
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