9.560 esiti fatali da vaccino anticovid in un anno, ma il governo italiano mantiene l’obbligo vaccinale

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Il 17 marzo 2022 il sodalizio Draghi-Speranza in conferenza stampa[1] così si è espresso in merito alla tanta agognata fine dello stato di emergenza sanitaria, che ha comportato l’introduzione dell’obbligo vaccinale per alcune categorie e del fantomatico green pass: “il green pass è stato un grande successo: ci ha permesso di far riprendere l’economia. Abbiamo tenuto insieme un’economia vibrante e una ripresa della socialità con l’essere più sicuri”. Tali affermazioni non possono che rimbombare nella mente di chi ha ancora mantenuto un briciolo di spirito critico, perché cozzano inesorabilmente contro l’evidente realtà di un’economia italiana fortemente provata dalle misure restrittive del lockdown, dei coprifuoco, delle limitazione negli spostamenti imposte dai diversi colori assunti delle singole regioni e, non certo da ultimo, dall’introduzione del green pass. La tessera verde ha contratto l’erogazione di servizi e la vendita di beni, escludendo una parte sempre più consistente di cittadini etichettati in modo spregiativo “no vax” e comprendente coloro che non si sono sottoposti ad alcuna inoculazione, i vaccinati che non hanno eseguito le dosi di richiamo, addirittura quelli che per problemi tecnici “di regia” non dispongono di fatto di un green pass aggiornato.  Questa consistente parte della popolazione a tutt’oggi non può neppure esercitare il suo diritto alla socialità, garantita solo ai meritevoli “pro vax” che, proprio perché ligi a tutti i dettami governativi, sono stati dotati di regolare permesso ad infettare ed infettarsi, che è ben altro dal stare insieme in sicurezza. E’ risultato infatti evidente a tutti (tranne a quelli a cui continua a convenire di negare l’innegabile) che tra dicembre e febbraio, proprio con l’introduzione del super green pass, si è avuto il picco dei contagi a cui non poco hanno contribuito i vaccinati, visto che erano gli unici autorizzati a frequentare i luoghi aperti al pubblico in cui “socializzare”. Eppure in spregio a tutte queste evidenze, il nostro governo ritiene di dover mantenere in vigore l’impalcatura emergenziale pur eliminando con il 31 marzo lo stato di emergenza, fondamento che “legittimava” (ai suoi occhi) i diversi limiti e le continue restrizioni adottati, così lesivi di molti diritti costituzionalmente riconosciuti. Inoltre la presidenza del Consiglio dei Ministri, affermando che “grazie ai vaccini sono stati evitati 80.000 decessi in più in Italia (dato uscito dall’Istituto Superiore di Sanità)”, si fa forte di ciò che non si può dimostrare, mentre omette ogni riferimento alle possibili vittime dei vaccini, quelle inspiegabili frequenti morti improvvise catalogate dai quotidiani di Stato come “imprevedibili malori fatali”.

Eppure pian piano le evidenze balzano agli occhi, perché i seri effetti avversi conseguenti ai vaccini diventano noti. Voglio di nuovo ricordare  le 8 pagine che elencano le serie reazioni avverse provocata dal vaccino Pfizer[2] che la Big Pharma è stata costretta a desecretare per sentenza di un giudice texano, altrimenti per volontà  della Pfizer e dell’agenzia governativa FDA[3] sarebbero state rese note solo nel 2096, dimostrando che le due agenzie hanno esposto i pazienti a consistenti rischi, che, pur conosciuti, volevano essere tenuti nascosti. Per una disamina più completa degli effetti da vaccino anti covid-19  è possibile anche visitare il sito della Eudra Vigilance (EMA)[4], che riporta le diverse casistiche riscontrate di conseguenza all’inoculazione di Moderna, Astrazeneca e Pfizer (alias Tozinameran). In esse si evidenziano diversi effetti avversi, fra i quali  risultano prevalenti in tutte le tre tipologie di vaccinazione: i disturbi del sistema nervoso, i disordini muscolo-scheletrici e del tessuto connettivo e i disordini gastrointestinali. Una tabella sintetica pubblicata dalla VigiAccess (OMS)[5] invece riassume per tipologie riscontrate le diverse reazioni alle inoculazioni “sperimentali, autorizzate in via condizionata” quali: disordini del sistema circolatorio e linfatico; disordini cardiaci; disturbi all’apparato visivo; disturbi dell’apparato uditivo; disturbi dell’equilibrio; disordini del sistema immunitario; neoplasie; disturbi psichiatrici; disordini renali e del sistema urinario; disturbi del tessuto cutaneo e sottocutaneo; ecc.

La road map, cioè il graduale ritorno all’ordinario ventilato dal governo prevede l’eliminazione del Super Green Pass a tutti, compresi gli over 50, per accedere al posto di lavoro.  Almeno così recita il Comunicato stampa del Consiglio dei Ministri n. 67, pubblicato on line sulla pagina del Governo italiano[6], che mantiene l’obbligo vaccinale, estendendolo addirittura fino al 31 dicembre 2022 per le sole categorie degli esercenti le professioni sanitarie e i lavoratori negli ospedali e nelle RSA. Insomma prevede un lento ritorno all’ordinario che, a rigor di logica, dovrebbe invece scattare in toto il 1 aprile vista la fine dello stato di emergenza. Eppure, nonostante la cessazione di questo fondamentale presupposto, il governo sceglie di proseguire nella sua campagna di vessazione che costringerà, per tutto il mese di aprile, tutti i non “regolarmente” vaccinati o guariti entro i 6 mesi a sottoporsi all’invasivo trattamento sanitario obbligatorio del tampone, eseguito ogni due giorni e pagato dagli stessi, per ovviare alla loro sospensione dal lavoro. La sospensione dal lavoro, per i sanitari renitenti al vaccino, sarà invece protratta di altri 9 mesi. Alla luce di quanto precedentemente evidenziato sui rischi dei vaccini, ci si domanda come possa ancora il nostro governo italiano prevedere un obbligo vaccinale o altro trattamento sanitario invasivo, quando la legge stabilisce che il corpo umano è inviolabile e la salute personale non è sacrificabile a tutela della salute pubblica. Lo dichiara espressamente la sentenza 308/1990 della Corte Costituzionale quando afferma che “non è permesso il sacrificio della salute individuale a vantaggio di quella collettiva. Ciò significa che è sempre fatto salvo il diritto individuale alla salute, anche di fronte al generico interesse collettivo”. A sostegno di questa tesi giuridica si possono ricordare anche il trattato di Norimberga (1945) per cui “la somministrazione di farmaci (e i vaccini anticovid che non garantiscono un’immunizzazione sono da considerare più correttamente farmaci) contro la volontà del soggetto è un crimine contro l’umanità”; e il trattato di Oviedo (2000) per il quale “un trattamento sanitario (quindi sia vaccino che tampone) può essere praticato solo se la persona interessata abbia prestato il proprio consenso libero e informato”. In ultimo, ma non certo per importanza, l’art 32 della Costituzione Italiana che recita così “ ..nessuno può essere obbligato ad un trattamento sanitario se non per disposizione di legge. La legge non può IN NESSUN CASO violare i limiti imposti dal rispetto della persona umana”. Ci si domanda allora, ancora increduli, come le nostre istituzioni governative possano continuare ad estorcere ai propri cittadini un consenso a trattamenti sanitari non voluti con il ricatto della privazione del posto di lavoro e quindi dei mezzi di sussistenza. E’ ormai evidente a tutti che tali misure, lungi dal prevenire fenomeni di contagio poiché i vaccinati infettano e si infettano come i non vaccinati, piuttosto riducono alla fame le famiglie private di una fonte di reddito, depotenziano tutti i servizi che vengono ridotti del loro personale e costituiscono vergognosi esempi di discriminazione e disumanità.

Una recente ordinanza del Consiglio di Giustizia Amministrativa della regione Sicilia, che considera l’ illegittimità costituzionale dell’obbligo vaccinale, il 22 marzo 2022 ha trasmesso gli atti alla Corte Costituzionale. Tale vertenza, elaborata dagli avvocati Vincenzo Sparti e Roberto De Petro,[7] confronta  il rapporto annuale dell’AIFA[8] pubblicato nel gennaio 2022 sulla sicurezza dei vaccini covid con i report su tutti gli altri vaccini, anche obbligatori, fino al 2020, mettendo in risalto come quest’ultimi evidenziassero solo 1,9 segnalazioni gravi su centomila dosi somministrate e ZERO eventi fatali, mentre il rapporto del 2022 sui vaccini anticovid evidenzia un tasso di 17,6 eventi gravi su centomila dosi somministrate. Il numero degli eventi avversi da vaccino anticovid risulta quindi decisamente superiore a quelli registrati per i precedenti vaccini obbligatori in uso da anni, ma è soprattutto il loro tasso di gravità a risultare maggiore. L’ordinanza inoltre riporta i dati pubblicati dall’EudraVigilance europea a fine gennaio 2022, da cui, con riferimento alla somministrazione in ambito europeo di 570 milioni di dosi Pfizer, risultano acquisite 582.000 segnalazioni di eventi avversi, di cui 7000 con esito fatale; mentre per Astrazeneca a fronte di 69 milioni di dose, si registrano 244 mila segnalazioni di eventi avversi, delle quali 1447 con esito fatale; mentre per Moderna 139 milioni di dosi somministrate hanno avuto un riscontro di 150 mila eventi avversi di cui 834 con esito fatali; infine la somministrazione di 19 milioni di dosi Janssen ha comportato 40.766 segnalazioni avverse, di cui 279 con esito fatale. Sebbene la maggior parte degli effetti avversi segnalati dall’EudraVigilance sono modeste, vengono riferite patologie gravi tali da compromettere in alcuni casi irreversibilmente lo stato di salute del soggetto vaccinato cagionandogli un’invalidità e nei casi più sfortunati il decesso.

Secondo l’ordinanza, la registrazione a seguito dell’inoculazione dei vaccini anticovid-19 di effetti avversi non normali, quindi temporanei e accettabili, ma permanenti e anche fatali, costituisce un legittimo impedimento all’imposizione dell’obbligo vaccinale. L’ordinanza  riafferma, e noi ci associamo, che la tutela del singolo non può mai essere sacrificata nemmeno a beneficio della comunità. Così, mentre siamo in ostaggio del nostro governo, rimaniamo in fiduciosa attesa che la Corte Costituzionale di fronte a queste corpose evidenze e argomentazioni ci venga a liberare esprimendosi per il ripristino della Costituzionalità e dell’Eticità Istituzionali.

Prof.ssa Alessandra Pagnutti

[1] Conferenza stampa Presidenza del Consiglio del 17.03.2022: https://www.youtube.com/watch?v=Qk7VUd7jbrY

[2] https://phmpt.org/wp-content/uploads/2021/11/5.3.6-postmarketing-experience.pdf: pagg 30-38

[3] La Food and Drug Administration (FDA) degli Stati Uniti è un’agenzia federale del Dipartimento della Salute e dei Servizi Umani, che ha il compito di proteggere e promuovere la salute pubblica attraverso il controllo e la supervisione sulla sicurezza dei farmaci.

[4] L’EudraVigilance è il sistema per la gestione e l’analisi delle informazioni sulle sospette reazioni avverse a medicinali che sono stati autorizzati o oggetto di studio in sperimentazioni cliniche nello Spazio Economico Europeo. Tale sistema è gestito dall’EMA, l’Agenzia europea per i medicinali. https://www.ema.europa.eu/en/human-regulatory/research-development/pharmacovigilance/eudravigilance

 

 

[5] La VigiAccess è un database dell’OMS, Organizzazione Mondiale della Sanità, sulle potenziali reazioni avverse ai farmaci (ADR) ed eventi avversi a seguito di immunizzazione (AEFI) segnalati dai centri nazionali di farmacovigilanza o dalle autorità nazionali di regolamentazione dei farmaci che sono membri del Programma dell’OMS per il monitoraggio internazionale dei farmaci. http://www.vigiaccess.org/ (digitare in ricerca:  Comirnaty)

[6] https://www.governo.it/it/articolo/comunicato-stampa-del-consiglio-dei-ministri-n-67/19412

[7] https://www.studiosparti.it/wp-content/uploads/2022/03/Ordinanza-rimessione-alla-Corte-Costituzionale-CGA-N.-01272_2021-REG.RIC_..pdf

[8] L’AIFA (Agenzia Italiana del Farmaco) fa farmacovigilanza in collaborazione con l’ ISS (Istituto Superiore di Sanità), cioè monitora e valuta le segnalazioni sospette e le reazioni avverse conseguenti alla somministrazione dei farmaci.

 

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Il Giornale di Udine

Eredi morali del “Giornale di Udine” fondato nel 1866 da Pacifico Valussi.

Responsabile culturale dott. Stefano Salmè, nato a Udine, iscritto all’ordine dei giornalisti dal 2002. Collaboratori: dott.ssa Stefania Toffoli, prof.ssa Alessandra Pagnutti, Simonetta Vicario, Giulia Peres, Daniele Bulfone

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