A Gorizia ricordati i deportati italiani nei gulag comunisti titini

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“Il nuovo lapidario a ricordo dei deportati goriziani in Jugoslavia al termine della Seconda mondiale sarà per noi come il binario della stazione di Milano e rappresenterà un momento di commemorazione e di scrittura della storia a onore
di martiri sottratti a un vergognoso oblio ai quali va tributato il titolo di grandi italiani”.

Con queste parole si è espresso nel Parco della Rimembranza di Gorizia l’assessore regionale al Patrimonio Sebastiano Callari nel corso della cerimonia che ha ricordato, 78 anni dopo, i 665 deportati a opera dei titini al termine del conflitto mondiale.

“Noi non ce ne andremo, saremo ogni anno qui”, ha giurato l’assessore, sostenendo che “una vicenda per troppo tempo dimenticata e nascosta deve essere interamente palesata anche e soprattutto in un momento in cui Gorizia si appresta a ricoprire un ruolo di capitale internazionale della cultura”.

Alla commemorazione, introdotta dalla presidente del Comitato congiunti deportati in Jugoslavia Laura Stanta Murgia e conclusa con la benedizione all’attuale lapide dei deportati a cura di don Ignazio Sudoso, sono intervenute, accanto alle insegne di associazioni combattentistiche e d’arma, autorità militari e
civili, tra cui il prefetto di Gorizia Raffaele Ricciardi, il questore Paolo Gropuzzo, l’assessore comunale Silvana Romano e il presidente della Lega Nazionale Luca Urizio. Il nuovo lapidario, i cui lavori partiranno l’8 maggio – ha annunciato Urizio – sarà inaugurato domenica 11 giugno alle 18.00.

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