Cisint: “troppa ideologia di sinistra a scuola”. Furibonda reazione dei “Bella ciao”

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Il sindaco di Monfalcone, Anna Maria Cisint, è una donna coraggiosa. Dopo aver “strappato” alla sinistra la “Stalingrado del Fvg”, la città di Monfalcone, ha cominciato una vera e propria guerra culturale ai tanti privilegi, di cui la sinistra ha goduto per decenni. Dopo aver dichiarato guerra all’invasione dei bazar etnici nel centro cittadino, cercato un accordo con Fincantiere per difendere gli operai italiani dalla concorrenza sleale della manodopera straniera, fece molto rumore mediatico la sua proposta di fissare un tetto del 45% di bambini stranieri per classe nelle scuole materne. Questa volta il bersaglio del sindaco salviniano, è l’eccessiva ideologia di sinistra propagandata nelle scuole, che sfocia in aperte critiche all’operato delle giunte di centrodestra. E’ il caso di Monfalcone ma si sussurra che accadda regolarmente anche a Udine. Un fatto oggettivo che molti genitori quotidianamente osservano. “Egemonia di sinistra nelle scuole? Credo che nelle scuole superiori ci sia senz’altro, non in tutte, ma la mia esperienza di sindaco e di mamma mi fa dire che il mondo della scuola così tanto neutrale non è. Non voglio parlare di cattivi maestri ma questa è una situazione che esiste”. Queste le parole del sindaco della città dei cantieri che ovviamente hanno scatenato un polverone mediatico da parte della sinistra. “Parola d’ordine: bocca chiusa e ubbidire al Capitano”, ha scritto su Twitter l’ex presidente della regione, Debora Serracchiani. Ancor più dura la risposta dell’ex sindaco di Udine, Furio Honsell: “L’ipotesi della sindaca di ‘schedare’ gli insegnanti di sinistra viola gli articoli 21 e 33 della Costituzione, insulta la dignità professionale di una intera categoria e dimentica che il sindaco non ha poteri di ‘intelligence’ di alcun genere e nell’esercizio del suo mandato deve rispettare tutti i cittadini, non solo la
parte che l’ha eletto . I cittadini ‘di sinistra’ non sono un corpo estraneo della società ma ne sono parte integrante. Con queste uscite, illegali e inattuabili, la sindaca non fa che confermare la sua lontananza dai principi basilari della convivenza civile e democratica, come già altre volte emerso in occasioni di atteggiamenti, proclami e decisioni a stampo razzista e xenofobo, che hanno non di rado posto proprio la scuola al centro, che dovrebbe essere un luogo di inclusione e dialogo e non di segregazione”.

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Il Giornale di Udine

Eredi morali del “Giornale di Udine” fondato nel 1866 da Pacifico Valussi.

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