Collettiva d’arte, fra mare in tempesta, scorci veneziani e sculture realizzate con residuati bellici

Condividi su:

Facebook
Twitter
Telegram
WhatsApp
Email

L’inconscio che parla, emerge e si staglia su tele, sculture, sperimentalismi fra marmi di Carrara e plexiglass, passando per i boati della guerra resa pacifica grazie alle sculture di Sergio Pacori che dà vita alle sue creature con residuati bellici della Prima Guerra Mondiale. Il vitalismo, che ogni artista esprime secondo la sua cifra simbolica, emerge in tutta la sua forza nella collettiva presentata a fine luglio a Cividale del Friuli ed ospitata nei locali del ristorante “Tre Colonne” in via Adelaide Ristori, alla presenza della presidente del Club Unesco di Udine, Renata Capria D’Aronco e al consigliere comunale Manlio Boccolini.

Ad organizzare l’esposizione la dinamica Pia Molina, pioniera dell’arte da diffondere e spiegare, affiancata dal moderatore della serata Ettore Ribaudo che ha dato la parola agli artisti chiamati a raccontare i loro prodotti.

Ci sono richiami impressionisti, postimpressionistici, neorinascimentali e qualche sfumatura manieristica, come pure astrattista, nelle opere che parlano all’osservatore attraverso le emozioni degli artisti, ognuno con un proprio, personalissimo, vocabolario. C’è chi ha trovato delle tele particolari su cui narrarsi, come Sergio Marino che, pennellando scorci veneziani come pure i casoni di Grado, utilizza tele industriali tipiche del mondo edile. I quadri che ci immergono nella città delle gondole nascono dalle foto che l’autore ha scattato. Dalla laguna al mare dipinto da Micaela Martellani: le stelle del cielo, nella sua interpretazione, cadono per assumere la forma di stelle marine, oppure le barche in mezzo al mare a veicolare le nostre anime in attesa, magari… ed è ancora l’anima che cerca l’armonia pur nelle avversità nel quadro di Diego Serra, a volerci forse indirizzare verso quel timone che deve mantenere la direzione anche nelle circostanze oscure.

Ogni artista è dotato una sensibilità non replicabile e di un’esegesi estetica che vede come matrice il proprio vissuto psichico, come quello dello scultore Valerio Leon che ricicla i materiali nelle scena di natura impregnanti le sue opere in ferro, o come quello di Sergio Pacori che dal dramma della Grande Guerra ha fatto nascere, attraverso ogive, pallettoni, fili spinati, un suo personale veicolo espressivo per tacitare gli orrori delle bombe e far brillare un’esplosione di pace (Icaro, Croci, Atena…) o ancora nel connubio sperimentalistico di marmo e vetro direttamente dalle mani di Antonio Felice La Montagna.

I dialoghi interiori espressi nelle poesie di Pierpaolo Freschi sono l’ispirazione guida che ci aiuta a decifrare i quadri di Giorgio Bottò che, fra attese e anime in volo, riesce a far trasferire il suo figurativo nei versi dell’amico artista, in un connubio di parole e tele. E così gli spettatori cercheranno anche la cifra del loro sentire in quella pennellata carica di tanti ‘vorrei’ per lasciare una traccia, un ricordo indelebile un’orma nel passaggio di tante anime in volo, ognuno alla ricerca della propria.

Una collettiva che, intrisa di vibrazioni, dona cromatismi e libertà agli sguardi e immersioni reali in mari e colori individuali, perché ognuno è alla ricerca del proprio Sè.

 

Irene Giurovich

 

(In mostra le opere di: Sergio Marino, Eleonora Brianese, Giorgio Bottò, Giovanni Gabassi, Pierpaolo Freschi, Micaela Martellani, Sergio Pacori, Antonio Felice La Montagna,Diego Serra, Valerio Sante Leon)

 

Anime in volo

 

Poesia di Pierpaolo Freschi

(ispirata dall’omonima opera di Giorgio Bottò)

 

Al di là delle nuvole

appare un palco scenografico immenso

una visione onirica

che spezza qualsiasi latenza

 

deflagra

come l’onda di un mare in tempesta

il vuoto inverso che si riempie

colmando la sete con stupore e meraviglia

 

forse un rigurgito di gioia

capace di saziare a dismisura lo spirito

è luce che entra in una stanza buia

è amore che trasforma l’energia in sogno

 

osservo curioso quelle fattezze preziose

e istintivamente decanto il virtuoso volo dell’anima

così leggera da non toccare terra

libera di esprimersi

 

e di farmi sentire unico

avatar

Il Giornale di Udine

Eredi morali del “Giornale di Udine” fondato nel 1866 da Pacifico Valussi.

Vuoi ricevere gli aggiornamenti in tempo reale?

Seguici la nostra pagina Facebook e attiva le notifiche.
Facebook
Twitter
LinkedIn
Telegram
WhatsApp
Email