Comincia il terrorismo mediatico per vaccinare i bimbi

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Nei primi mesi della pandemia fare previsioni non è mai stato agevole. Eppure nel corso del tempo gli italiani hanno cominciato a capire lo spartito usato dal governo (con tutte le sue diramazioni tecnico scientifiche) e per comprendere dove andassero a parare bastava immaginare la soluzione peggiore per il popolo.

Se gli “arresti domiciliari”e il coprifuoco servivano a garantirci “delle festività serene”, con il ciclo vaccinale ci era stata promessa un’estate “normale”,  esattamente come oggi la “terza dose” dovrebbe garantirci un “sereno Natale” (meglio toccarsi i gioielli). Non serve dilungarci troppo sul fatto che queste promesse si siano rivelate tutte delle meschine frottole, usate per raggiungere gli obiettivi che, di volta in volta, venivano fissati.

Lo stesso programma vaccinale del governo prevedeva tre distinti livelli di “immunità di gregge”:

Era stato quindi il governo a fissare per il primo di ottobre la tanto agonata immunità di gregge, raggiungendo l’80% della popolazione immunizzabile. Questo risultato è stato ampiamente superato, questo il dato di oggi:

Dopo che gli italiani si sono fidati delle parole del governo e delle sue espressione tecniche (Comitato Tecnico Scientifico), oggi l’asticella dell’immunità di gregge viene ulteriormente alzata al 90%.

Da questo nuovo obiettivo che smentisce gli obiettivi preceenti, nasce la pressione degli ultimi giorni per saggiare la popolazione circa la possibilità di vaccinare anche i bambini under 12.

Come sempre negli ultimi venti mesi, l’adesione degli italiani viene cercata con il ricatto e con le minacce. Non potendo negare che il rischio di ospedalizzazione per i bambini è pressochè nullo, gli “esperti” e il governo ricominciano coin il gioco sporco di indicare nei bimbi il potenziale vettore di contagio per genitori e nonni. Se questi sono i metodi di “persuasione” del governo non sappiamo bene cosa aspettarci nel caso passino alle maniere forti. Ma a prescindere da ciò, a differenza dello scorso anno, oggi genitori e nonni sono, nella stragrande maggioranza dei casi, vaccinati. Non si capisce quindi per quale motivo bisognerebbe esporre i bambini al rischio di reazioni avverse, anche gravi, quando la possibilità di contrarre il virus in forma virulenta è, per loro, infinitesimale. E se non si comprende questo in ralazione alle reazioni avverse di breve termine, non si può proprio accettare la vaccinazione ai bimbi, in considerazione del fatto che sono le stesse case farmaceutiche produttrici del vaccino a confessare di non conoscere minimamente le conseguenze nel medio e nel lungo periodo. Dove è finito quel proncipio di “massima precauzione” che vigeva fino ai ieri in Europa anche per gli alimenti che mangiavamo?

Ma quel che ripugna è l’odore di menzogna che avvolge tutta questa nuova campagna vaccinale indirizzata ai bambini. La vaccinazione agli under 12 servirebbe ad arrivare alla nuova soglia di vaccinazione indicata dal governo e cioè il 90%. Peccato che sia un dato ormai acquisito che, perlomeno per questo tipo di virus, l’immunità di gregge sia irrealizzazbile. Riportiamo le dichiarazioni del più grande virologo italiano, Giorgio Palù (fondatore della Società italiana di virologia, ex presidente di quella europea e attuale Presidente dell’Agenzia italiana del farmaco), rilasciate oggi al quotidiano “La Verità”: “E’ ora dirlo ad alta voce: tra gli uomini l’immunità di gregge, una volta lanciata come unica soluzione, è irragiungibile”. A rafforzare il concetto ci hanno pensato altri due esperti, il professore Andrea Crisanti (che ha il pregio di non aver peli sulla lingua) e Fabrizio Pregliasco:  alla domanda se il 90% di vaccinati avrebbe fermato il contagio, ambedue hanno risposto negativamente. Lo stesso Crisanti in una precedente intervista al Fatto Quotidiano affermò: “se il vaccino causasse la morte o il danno di 1 bambino su 100 o 200mila non sarebbe giustificato. Noi dovremmo vaccinare 10 milioni di giovanissimi. Anche se fossero solo 150 casi, sarebbe inaccettabile vaccinarli”.

Questi sono i fatti. Giù le mani dai bambini.

Dott. Stefano Salmè

 

 

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Il Giornale di Udine

Eredi morali del “Giornale di Udine” fondato nel 1866 da Pacifico Valussi.

Responsabile culturale dott. Stefano Salmè, nato a Udine, iscritto all’ordine dei giornalisti dal 2002. Collaboratori: dott.ssa Stefania Toffoli, prof.ssa Alessandra Pagnutti, Simonetta Vicario, Giulia Peres, Daniele Bulfone

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