Conferenza a Udine: “nessuno può essere sottoposto a sperimentazione senza il suo consenso”

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Lodevole l’impegno degli studenti contro il green pass di Udine che, nella loro volontà di informare e sensibilizzare le coscienze, con le Esercitazioni di democrazia, sabato 15 gennaio 2022 sono giunti alla loro ottava edizione. Alle ore 15.00  presso il parco Loris Fortuna di Udine, circa duecento persone hanno ascoltato gli interventi in videoconferenza dell’Avvocato e Professore di filosofia Fulvio Di Blasi e del Biologo molecolare Leonardo Guerra.

Il Prof. Fulvio Di Blasi (autore del libro La morte del Phronimos: fede e verità sui vaccini Covid) ha argomentato sulle autorizzazioni emergenziali o condizionate e sul consenso informato. Ricordando il Codice di Norimberga, fondato su criteri di etica medica condivisa a livello internazionale, si è soffermato sul più importante dei sui 10 principi, quello per cui nessuno può essere sottoposto a sperimentazione senza il suo consenso. Nonostante il mainstream abbia in tutti i modi cercato di negare che i vaccini adottati dal governo per contrastare la Covid sono di fatto farmaci sperimentali, i documenti ufficiali dell’agenzia del farmaco dichiarano nero su bianco che questi vaccini sono sperimentali, pertanto risulta fondamentale tutelare il consenso informato. Presupposto essenziale diviene perciò fornire un’informazione veritiera e completa al paziente perché possa fare una scelta ponderata e consapevole sull’eventuale utilità a sottoporsi alla vaccinazione. L’avvocato ha sottolineato come il mainstream abbia ricevuto ben 400 milioni di finanziamenti per parlare di Covid secondo le logiche del mercato e quindi manipolando il consenso. Un’efficacia sui vaccini sperimentali non si può prevedere e comunque deve essere valutata l’efficacia dei provvedimenti applicati nello stato di emergenza. La politica emergenziale adottata ha invece preferito abbattere tutti i protocolli di sicurezza sui farmaci, dimenticando che il rapporto tra rischi e benefici devesse essere positivo. Con ciò che è sconosciuto (e in quanto sperimentale lo è nei sui effetti non solo a breve, ma anche a medio e lungo termine) non si può fare una valutazione. La valutazione del rischio sconosciuto può essere assunto solo dal paziente. Da ciò ne consegue che l’autorizzazione condizionata all’emissione in commercio, così come è stata attuata, costituisce una frode, tanto più perché non è stato messo a punto un rafforzamento della vigilanza. Le persone che si sottopongono alla vaccinazione sperimentale non vengono monitorate e la denuncia di reazioni avverse è affidata alla sola vigilanza passiva, cioè all’iniziativa dei diretti interessati.

Il Prof Di Blasi, quale docente universitario, ha concluso invitando gli studenti dell’ateneo di Udine , anche in accordo con i propri docenti, a seguire i corsi che ha aperto nel suo canale di YouTube per approfondire gli aspetti etici ed epistemologici della conoscenza scientifica.

Interessante anche l’intervento del Prof. Leonardo Guerra, esperto in terapie geniche e cellulari, il quale ha ribadito l’importanza delle cure domiciliari precoci proprio nel giorno in cui viene reso noto che il Tar del Lazio ha sospeso la Circolare del Ministro Speranza sul protocollo “tachipirina e vigile attesa” ribadendo l’importanza di curare in scienza e coscienza. Ai medici viene così ripristinata la libertà di scegliere la terapia domiciliare che ritengono più efficace nella cura dei pazienti malati di Covid, i quali, come sottolinea l’esperto in videoconferenza, devono essere posti al centro del processo di cura. Ogni intervento medico deve essere personalizzato perché la risposta alla cura dipende dalla particolarità di ciascuno, pertanto non può essere avulsa dalla sua storia clinica e personale. Mantenere la centralità sull’individuo è fondamentale perché ogni farmaco deve essere usato in modo appropriato al paziente. Ciò rimane vero anche per la somministrazione di un vaccino che si avvalga del consenso informato, il quale non può essere contestuale alla sua somministrazione. Come il Prof. Blasi, anche il Prof. Guerra sottolinea la necessità di informare correttamente il paziente, assicurandosi che abbia compreso rischi e benefici del trattamento, riflettendo ponderatamente al fine di acconsentire liberamente e consapevolmente.

L’esperto si è soffermato poi a parlare dell’intervento domiciliare che, parimenti, parte dalla centralità dell’individuo ed è sempre un intervento precoce in grado di evitare complicazioni  abbattendo anche il rischio di ospedalizzazione. L’intervento domiciliare precoce nel malato di Covid permette di arrestare la cascata citochinica, cioè la sindrome da risposta infiammatoria sistemica, che invece trova facile spazio nel protocollo “tachipirina e vigile attesa”. Ciò risulta fondamentale per tutti, ma in particolare per gli anziani, i soggetti maggiormente colpiti dalla Covid, di cui ci si dovrebbe occupare anche con la profilassi.

Una cartina tematica del planisfero proiettata durante la lezione di democrazia ha evidenziato come il numero dei deceduti sia significativo soprattutto nei Paesi i cui governi hanno fatto maggiori pressioni per la vaccinazione, considerata l’unico rimedio contro la “pandemia”. Eppure nella storia dell’umanità si sono susseguite epidemie importanti da cui abbiamo imparato molto, come l’immunizzazione naturale di un gruppo. Invece nel mainstream il dibattito sull’immunità di gregge è assente o meglio il Governo ha promesso l’immunità di gregge con il vaccino, cosa irraggiungibile con un virus che si modifica. Ne abbiamo costante riscontro verificando ogni giorno che questo vaccino non immunizza, se non per un breve periodo rispetto alla più alta immunizzazione naturale. In tutte le pandemie, afferma il Prof. Guerra, le cure precoci risultano più sostenibili, anche perché riducono le reazioni avverse rispetto a quelle, non contemplabili a medio e lungo periodo, con la somministrazione del vaccino sperimentale. Se il giuramento di Ippocrate si sofferma sul “primum non nocere”, allora risulta fondamentale procedere in scienza e coscienza. I medici devono tornare a curare, occupandosi anche delle cure preventive, divenendo punti di riferimento importanti per i propri pazienti che necessitano anche di essere rassicurati per stemperare il panico e la paura dilaganti frutto di una ormai diffusa psicosi collettiva.

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Il Giornale di Udine

Eredi morali del “Giornale di Udine” fondato nel 1866 da Pacifico Valussi.

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