Conferenza stampa Fedriga: insulti e annunci di repressione contro il dissenso No Pass

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I toni usati dal Prefetto Valenti, dal sindaco Di Piazza e dal Presidente della giunta regionale Massimiliano Fedriga, sono stati volutamente violenti sul piano verbale. E’ stata, di fatto, una vera intimidazione verso il dissenso. Va rilevato sul piano politico che il sindaco Di Piazza e lo stesso Fedriga, si sono ben guardati dall’utilizzare un simile vocabolario prima delle elezioni amministrative, dove, come è noto, il centrodestra si è affermato di stretta misura nel capoluogo giuliano.

Ma a parte la tradizionale vigliaccheria del nostro ceto politico, la conferenza stampa di Fedriga è stata un florilegio di insulti e annunci di repressione verso chi manifesta il suo dissenso.

In una specie di gioco delle parti, l’intervento del Prefetto di Trieste (in procinto di essere trasferito) ha annunciato l’interdizione di piazza Unità d’Italia (luogo simbolo delle proteste pacifiche) ad ogni manifestazione di protesta. Le parole usate dal Prefetto sono state a dir poco sconcertanti: secondo Valenti il diritto alla salute è un “bene primario”, mentre quello alla libertà di manifestare il proprio pensiero può e dovrà essere “compresso” (è esattamente questo il termine usato). Come sappiamo tutti i diritti costituzionali sono fondamentali e devono essere bilanciati, ma non si era mai sentito parlare di “comprimerli”, o di una “gerarchia dei diritti” costituzionali. Ci troviamo in presenza di un rappresentante del governo (organo esecutivo) che interpreta in modo arbitrario la Carta costituzionale sul tema delle libertà individuali. Ovviamente il tutto, come sempre, giustificato dalle solite “evidenze scientifiche”, che dimostrano come vi sia un nesso tra le manifestazioni e l’aumento dei contagi. Tesi che è probabile abbia un qualche fondamento di verità, atteso che migliaia di persone stipate e senza mascherina, qualche effetto sui contagi è plausibile lo abbiano avuto. Su questo aspetto, nei prossimi mesi, anche il popolo dei No Pass dovrebbe fare un’attenta riflessione, per non dare la stura ad attacchi pretestuosi.

Piazza Unità, luogo simbolo dei manifestanti, verrà interdetta alle manifestazioni fino al 31 dicembre e saranno inoltre prescritti distanziamento e mascherine. Il combinato disposto è la prova dell’ipocrisia e della falsità delle dichiarazioni fatte a supporto delle decisioni prese. Se la criticità dal punto di vista sanitario è rappresentata da “distanziamento e mascherine” (dati oggettivi), non si capisce quale sia la differenza tra manifestare in piazza Unità d’Italia o nella contermine piazza della Borsa. La verità è che si è voluto sottrarre un luogo simbolico alla protesta, oltre all’esigenza di “ripulire” la piazza sede della “politica” (Municipio di Trieste, sede della Presidenza della Giunta regionale e sede dellla Prefettura).

Il prefetto ha poi annunciato che è in via di studio l’applicazione di una sorta di “responsabilità oggettiva” per gli organizzatori delle manifestazioni. Eventuali trasgressioni rispetto alle prescrizioni (per esempio l’uso della mascherina) farebbero scattare una sanzione a carico degli organizzatori. Un modo per impedire, di fatto, ogni tipo di manifestazioni organizzate. Quale organizzatore si assumerebbbe infatti l’onere di un controllo impossibile per le stesse forze dell’ordine?

Il prefetto ha dichiarato che le nuove restrizioni saranno prese sulla base delle “evidenze scientifiche”, che dimostrano un nesso causa-effetto tra le manifestazioni e l’aumento del contagio in regione. Non sappiamo se all’interno di queste “evidenze scientifiche” possa essere ricondatta anche l’affrmazione secondo cui i manifestanti arrivati da fuori regione siano venuti per “appestarci”. C’è forse uno studio scientifico che dimostra questo? Una prova? Se così non fosse, c’è ancora una parte della società civile che comprende la gravità di una simile affermazione?

Il sindaco di Trieste, parlando in qualità di “autorità sanitaria locale” si è limitato a una filippica contro i manifestanti rei di “rovinare l’immagine della città” (ragionamento che con la salute pubblica non ci azzecca nulla).

L’intervento conclusivo di Fedriga è stato rabbioso (sul web moltissimi lo definiscono isterico), influenzato forse dal nervosismo che si deve ad un evidente appannamento presso l’opinione pubblica regionale e dall’esercito di contestatori che sul web, a detta del governatore, lo insulterebbero e lo minaccerebbero.

Fedriga ha poi demagogicamente fatto riferimento ad alcune bufale che circolano sul web nel cosiddetto mondo no-vax. per alimentare una scandalosca generalizzazione sulla protesta No Pass che è invece composta da vaccinati e non.

Ovviamente il governatore si è ben guardato dal raccontare l’altra faccia della medaglia, ossia la ricostruzione di venti mesi di pandemia, di stato di emergenza, nei quali la classe politica ha dato il peggio di sè, sottraendo diritti fondamenti ai cittadini sulla base di menzogne e mistificazioni.

Dopo gli idranti e i lacrimogeni, ancora una volta il governo centrale e quello regionale scelgono il bastone.

Dott. Stefano Salmè

 

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Il Giornale di Udine

Eredi morali del “Giornale di Udine” fondato nel 1866 da Pacifico Valussi.

Responsabile culturale dott. Stefano Salmè, nato a Udine, iscritto all’ordine dei giornalisti dal 2002. Collaboratori: dott.ssa Stefania Toffoli, prof.ssa Alessandra Pagnutti, Simonetta Vicario, Giulia Peres, Daniele Bulfone

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