Covid Italia. Possiamo veramente fidarci dei dati del governo?

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Gira sui social un video in cui Crisanti, ospite a Oggi è un altro giorno, dichiara: “Ad inizio dell’epidemia, parliamo di due anni, avevo i dati davanti e c’era il 3% della popolazione infetta. Mi è stato detto di non dirlo e di mantenere un profilo basso per non allarmare.”

Scopriamo, dunque, che a inizio pandemia, mentre avevamo politici che urlavano “Abbraccia un cinese” e pubblicizzavano aperitivi sui Navigli e opinioniste che organizzavano Notti delle bacchette, si sapeva già che il virus era in Italia e si conosceva quale fosse, se non la letalità, almeno la contagiosità del Sars-cov2, ma si preferì tacere “per non allarmare la popolazione”.

Certo, dopo due anni di pandemia, migliaia di pagine di giornale dedicate all’emergenza e un Sistema Sanitario dipinto – ricordiamo, dopo due anni – come nuovamente al collasso, fa sorridere sapere che il Governo fosse preoccupato di non farci allarmare.

Ma la domanda che sorge spontanea è un’altra: se all’inizio di tutto questo si è preferito tacere e dipingere la situazione come rosea, addirittura spingendo la gente ad uscire e riunirsi, creando assembramenti che chissà quanti morti hanno causato, che certezza abbiamo che adesso ci stiano dicendo la verità?

Viene alla mente subito la tematica degli effetti avversi del vaccino: com’è possibile che, al 23 gennaio 2022, l’ultimo rapporto AIFA sugli effetti avversi sia fermo al 26 settembre 2021? Se, come sostiene il Premier, i novax sono la piaga del paese, non sarebbe quantomeno il caso di dimostrargli che le loro paure sono infondate e che invece i vaccini sono sicuri? Eppure AIFA, che aveva promesso aggiornamenti mensili, tace ormai da mesi sugli effetti avversi.

E se anche i report venissero aggiornati, dopo aver visto la correzione operata dall’Iss sui dati forniti al Ministro Speranza in conferenza stampa (ricordiamo: nei dati al 12/12/21 i non vaccinati erano 6.660.263 e i soggetti che avevano ricevuto la terza dose 8.102.818; al 26/12/21 erano diventati rispettivamente 6.873.025 e 5.697.985) è lecito chiedersi se possiamo veramente fidarci dei dati che ci vengono forniti?

Del resto, come diceva Epitteto, “La verità trionfa da sola, la menzogna ha sempre bisogno di complici” e in questo paese possiamo dire che i complici non mancano.

Dott.ssa Stefania Toffoli

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Il Giornale di Udine

Eredi morali del “Giornale di Udine” fondato nel 1866 da Pacifico Valussi.

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