De Donno e il plasma dimenticato: a Udine commemorazione per non dimenticare

Condividi su:

Facebook
Twitter
Telegram
WhatsApp
Email

“Il plasma è democratico perché è del popolo che dona il plasma per salvare il popolo”: parole che si stagliano nelle menti e nel cuore. Parole pronunciate dal medico Giuseppe De Donno che il 27 luglio di due anni fa dicono si sia suicidato. A ricordare la figura del professore che aveva trovato una cura alla portata di tutti, popolare, democratica appunto – che in Italia fu dimenticata, mentre in America ha fatto successi e la stanno portando avanti – è stato proprio il gruppo di Costituzione in Azione in piazza Primo Maggio. Commossa e partecipata l’iniziativa finalizzata a tributare il giusto onore a colui che, osteggiato da tutti, aveva trovato una terapia efficace, quella con il plasma iperimmune, che di certo non avrebbe ingrossato i fatturati di case farmaceutiche e lobby annesse e connesse, lui che ogni volta sottolineava l’assenza di conflitti di interesse, contrariamente a molti altri suoi colleghi…

Nella relazione principale tenuta da Daniel Cicuttin, sotto forma di toccante lettera aperta rivolta all’eroe scomparso, si è voluto ripercorrere l’iter doloroso: “Inizialmente De Donno aveva ricevuto attestati di stima e di incoraggiamento per proseguire nella sua ricerca (seppur sperimentale e sottoposta a continue successive verifiche). Poi, improvvisamente, la sua terapia fu contrastata (per non dire boicottata)  e alla fine bocciata dall’Aifa e dall’Istituto Superiore di Sanità che ne decretò la sua inefficacia. Tuttavia,  la cura per combattere il Covid, utilizzando  il plasma ‘convalescente’, ebbe come risultato la guarigione del  90% delle persone trattate”.

Inoltre il medico cullava il sogno di aprire il primo Centro di ricerca etica anche a Modena, in una società in cui la parola etica sembra una bestemmia è evidente che questi progetti creavano e creano disturbo ai manovratori. La terapia non ha limiti di brevetto ed è relativamente poco costosa da produrre, poiché molti singoli donatori possono fornire più unità.

“La scomodità di un personaggio che pone dubbi e domande sul ‘verbo unico’ o la ‘narrativa ufficiale’ e riesce ad individuare strade alternative e valide a costo decisamente inferiore rispetto ai protocolli tradizionali, può rivelarsi incredibilmente pericoloso ed è per questo che è stato calunniato, declassato, ignorato, messo all’angolo e deriso dai virologi collaborazionisti, nuove virostar della televisione italiana”, si legge nella relazione.

  Durante la cerimonia, aperta e moderata da Andrea Reverdito, hanno preso la parola, fra gli altri, la sanitaria Giulietta Beele che ha portato dati recentissimi, direttamente dall’America, a conferma della validità della cura De Donno, il dottor Antonio Miclavez, il professor Mario Gregori, il dottor Girolamo Mirabile e Livio Padovan, presidente dell’associazione Libars.

  A suggellare l’iniziativa in memoria, sono state citate le parole del filosofo antisistema Diego Fusaro: “Addio eroe, hai nobilitato la medicina nel tempo del suo più buio degrado ideologico, ti sei opposto alla medicina asservita al potere dei giganti del capitale, hai difeso la medicina democratica, quella del popolo e per il popolo e sapevi bene che ai poteri non sarebbe piaciuto affatto. Riposa in pace, continueremo a lottare anche per te in difesa della democrazia e della libertà, contro l’interesse dei pochi che comandano a nocumento dei più. La tua è stata una battaglia nobile e noi continueremo a portarla avanti”.

Impegno fatto proprio da ogni singolo partecipante come missione di vita. 

avatar

Il Giornale di Udine

Eredi morali del “Giornale di Udine” fondato nel 1866 da Pacifico Valussi.

Vuoi ricevere gli aggiornamenti in tempo reale?

Seguici la nostra pagina Facebook e attiva le notifiche.
Facebook
Twitter
LinkedIn
Telegram
WhatsApp
Email