Giulia Lucenti è morta a 16 anni, sedici ore dopo la seconda dose di vaccino Pfizer. I genitori distrutti dal dolore, ora attendono l’esito dell’autopsia, anche se nessuno potrà restituire il sorriso di quella bella ragazzina che era Giulia.
La madre, operatrice sanitaria, accusa i soccorsi di non aver utilizzato il defibrillatore, che però, per le autorità, in quel caso non sarebbe previsto dai protocolli.
Ma il punto vero è ovviamente un altro e la madre lo grida con tutta la forza di un genitore che ha dovuto assumersi la responsabilità di firmare la liberatoria per la propria adorata figlia.
Secondo quanto riportato sul quotidiano “La Verità” la madre avrebbe confessato che Giulia prima della vaccinazione le avesse confidato: “non ho voglia di farmi il vaccino e sai che ho paura dell’ago, ma tanto è da fare, devo cominciare la scuola“.
Scuola che Giulia non rivedrà più, ma questa è la pressione e la violenza psicologica che lo Stato impone a dei bambini, a dei ragazzi che, pur di fare sport, attività sociali e pur di non essere esclusi dalla maggioranza, sono costretti a vaccinarsi, con tutti i rischi che questo comporta.