Il castello di menzogne è crollato. 65 mila decessi Covid nell’anno delle vaccinazioni

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Diciamocelo, il Green Pass dal punto di vista sanitario ha avuto lo stesso risultato che ebbe la App Immuni, un fiasco completo. L’unica vera differenza tra il Green Pass e la App che doveva garantire il tracciamento dei positivi, è che il lasciapassare verde è un formidabile strumento di controllo della società, ancor più della App Immuni e, come tale, viene difeso a oltranza dalla nostra classe politica e dai nostri “super esperti”, che sognano una Matrix all’amatriciana.

Il Codacons ha chiesto con forza al premier Draghi di rettificare l’affermazione fatta nella conferenza stampa dello scorso 22 dicembre, secondo cui “i tre quarti delle persone decedute da Covid sono non vaccinati”. La dichiarazione del Presidente del Consiglio è una vera e propria fake news, come ci ricorda l’ultimo bollettino dell’Istituto Superiore di Sanità, riportato nella nota del Codacons: “Numeri tuttavia smentiti dagli ultimi dati disponibili pubblicati dall’Istituto superiore di sanità (ISS) secondo cui dal 22 ottobre al 21 novembre i morti per COVID-19 in Italia sono stati 1.755: tra loro 722 non erano vaccinati, mentre 1.033 avevano ricevuto almeno la prima dose del vaccino. Il 58,9% dei morti, quindi, aveva ricevuto almeno una dose e il 41,1% non era vaccinato. Esattamente l’opposto di quanto affermato da Draghi“.

Draghi in realtà, abituato a soppesare le parole, ha lanciato un avvertimento ai vaccinati titubanti sulla terza dose: “non siete protetti se non fate anche la terza dose e in ogni caso, se non la farete, vi puniremo togliendovi il Green Pass“.

Ovviamente il sistema non ammetterà mai l’errore di aver puntato tutte le proprie carte sui vaccini (trascurando cure, potenziamento del trasporto pubblico, estensione degli orari scolastici etc.) che, realizzati in tempo record, non hanno potuto garantire l’efficacia sperata e promessa. Il solito gioco delle tre carte per scaricare sui cittadini le responsabilità dei propri fallimenti.

Come abbiamo ricordato ieri, l’anno vaccinale (27 dicembre 2020-27 dicembre 2021) si è chiuso con un bilancio tragico di 65.380 deceduti Covid. Non proprio un bel biglietto da visita per l’efficacia dei vaccini autorizzati, nè tantomeno per il lasciapassare verde.

Il governo, la maggioranza parlamentare che lo sostiene, la Cattedrale sanitaria che lo consiglia, sono impossibilitati ad ammettere gli errori compiuti nella gestione pandemica. Se lo facessero crollerebbe il castello di menzogne costruito in questi due anni e la rabbia popolare sarebbe difficile da controllare.

L’azione di governo si muove a tentoni, fa e disfa la sua tela di Penelope sulla pelle dei cittadini. Il Green Pass valeva nove mesi, salvo poi, per incentivare le vaccinazioni, essere portato a dodici. Con la stessa motivazione l’incentivo fu revocato e si ritornò a nove mesi e infine a sei. La terza dose era prevista precauzionalmente “non prima di sei mesi” dalla seconda. Poi si scoprì che anche cinque mesi erano sufficienti a garantire i cittadini dal rischio di reazioni avverse. Il record di contagi di questi giorni ha indotto il governo a ridurre ulteriormente a quattro mesi il periodo che deve intercorrere tra il “ciclo vaccinale primario” e la dose “booster”. In Inghilterra però la terza dose viene autorizzata già tre mesi dopo la seconda. E’ il destino che toccherà anche noi. La sicurezza dal rischio di reazioni avverse può attendere, la priorità è il “booster”.

Numeri che gli appassionati del gioco staranno usando per la Lotteria, insieme a quelli delle dosi di vaccino che servono per “stare sereni” e che soprattutto ci garantiscono che il semaforo del Green Pass segni sempre colore verde o, nella peggiore delle ipotesi, il giallo. Non abbiamo fatto in tempo a offrire il braccio destro alla patria per la prima inoculazione che l’ago della seconda era dietro l’angolo. Completato il ciclo vaccinale scopriamo di poter ripiombare dopo pochi mesi nel “girone dei dannati no vax” se non faremo la terza dose, salvo preannunciarci la quarta e i “richiami successivi”. Ogni inoculazione riaccende il colore verde del semaforo Green Pass, ogni ritardo il color rosso. Il giallo del Purgatorio sarà la combinazione tra un ciclo vaccinale di due dosi e il tampone.

La vita quotidiana degli italiani viene stravolta senza più alcun argine costituzionale. Un’inquietante esperimento sociale marcia spedito verso fini a noi sconosciuti. Impossibilitati a ricostruire la trama dei fili oscuri che ci muovono come pedine su una scacchiera e a riconoscere con chiarezza il Bene e il Male, i cittadini che non si sono già arresi si affidano alla forza possente ed eterna dell’istinto di sopravvivenza.

Una qualità innata, quella dell’Istinto, che la Cattedrale Sanitaria vorrebbe rendere tabù in nome della “ragione”, ma che dovremmo invece preservare, per trovare quella riserva di energia innata che ci spinga finalmente alla ribellione civile.

Dott. Stefano Salmè

 

 

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Il Giornale di Udine

Eredi morali del “Giornale di Udine” fondato nel 1866 da Pacifico Valussi.

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