Il governo ricatta anche i vaccinati: “se non ti fai la terza dose finisci nel girone dei non vaccinati”

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Il governo si appresta ad alcune modifiche rispetto alle misure già varate per fronteggiare quella che viene definita la “quarta ondata”. Oltre al prevedibile rinnovo dell’obbligo vaccinale per i sanitari, viene data per scontata una “sforbiciata” alla durata del Green Pass, che da dodici mesi passerebbe ad una validità di nove mesi.

 

Ricordiamo che già al tempo in cui fu definito l’arco temporale del lasciapassare verde, alcuni virologi, in particolare Andrea Crisanti, avvisarono che il Green Pass non era una misura sanitaria, ma aveva un carattere amministrativo e politico. Il professore padovano ha volutamente sorvolato sul fatto che il lasciapassare verde fosse, di fatto, un obbligo vaccinale surrettizio, cioè un ricatto.

La durata temporale è stata quindi voluta dal governo come un “incentivo” alle vaccinazioni.

Ora il governo pensa di ridurre quel diritto acquisito dal cittadino vaccinato, per riproporre il ricatto che da settimane perseguita gli italiani non vaccinati.

Se così fosse, sarebbe l’ennesima dimostrazione che la parola del governo non vale nulla e che qualunque promessa futura, si tratterebbe dell’ennesima moneta falsa a cui siamo stati abituati negli ultimi due anni.

Il Green Pass usato esattamente come nei peggiori incubi, una sorta di semaforo, che a seconda del comportamento fa scattare il verde o il rosso. Hai fatto una dose? Un mese di vita sociale. Ne hai fatti due? Dodici mesi per farti abboccare all’amo, poi te li riduco a nove (e forse a sei) per costringerti alla terza dose. Non fai la terza? Ti unisci al girone dei dannati, quello dei paria non vaccinati.

Un meccanismo disumano che crea un precedente tragico per il nostro futuro. Nella migliore delle ipotesi il Green Pass ci rimarrà sul groppone come passaporto sanitario internazionale. Per conoscere il mondo saremo quindi costretti a inocularci un vaccino ogniqualvolta il sistema ce lo chiederà.

Ma per comprendere che questi timori non siano una prerogativa di terrapiattisti, basterebbe leggere l’intervista di una delle più importanti virologhe italiane, Maria Rita Gismondo, rilasciata ad “Affari Italiani”. (Maria Rita Gismondo è direttrice del laboratorio di microbiologia clinica, virologia e diagnostica delle bioemergenze dell’ospedale Sacco di Milano).

La virologa rompe quello che lei stessa definisce un muro di omertà, affermando concetti analoghi a quelli espressi nei giorni scorsi da Andrea Crisanti: “Nelle prossime settimane ci sarà un incremento dei contagi perché sta nella natura della stagionalità del virus. Ma i ricoveri si dovrebbero mantenere sotto una certa soglia. Dovrebbe essere così altrimenti perché ci siamo vaccinati? Perché abbiamo fatto i lockdown e usato tutte le misure di contenimento? La situazione dovrebbe essere più controllata. Non è più accettabile parlare di capodanni con le chiusure!! Conosciamo il virus e sappiamo come contenerlo. Abbiamo fatto tutto quello che è stato chiesto. Adesso dovremmo raccogliere un po’ i frutti. E usiamo oltre i vaccini, che abbiamo visto che da soli non ce la fanno, le nuove terapie”.

Le parole della Gismondo ripetono concetti che vengono usati quotidianamente da molti cittadini (compresi noi de Il Giornale di Udine), che però, senza l’aura della competenza scientifica, vengono classificati come “terrapiattisti” o “complottisti”.

Ma è proprio sul terreno delle innumerevoli contraddizioni  che hanno accompagnato questa pandemia, che la professoressa Gismondo affonda il colpo, ricordando le tante opacità che hanno contraddistinto la narrazione ufficiale, patendo dall’origine del virus, dai rapporti tra Cina e OMS, fino ad arrivare ai contratti stipulati con la case produttrici dei vaccini.

Sul tema dell’eventuale prolungamento dello stato di emergenza, la Gismondo fa intendere chiaramente di condividere i pericoli insiti nei continui strappi alla Costituzione: “Parliamo di stato d’emergenza. Non si spiega il fatto che debbano prorogare l’emergenza. E non si capisce a cosa serva. Perché i vaccini, il ministero della Salute, li somministra e ce li può somministrare addirittura rendendoli obbligatori anche senza lo stato di emergenza, tra l’altro lo fa già per alcuni settori. Le mascherine e le misure di contenimento sono compito del ministero della Salute e non abbiamo bisogno dell’emergenza. Qual è quindi la differenza? A cosa serve lo stato di emergenza? Per dare carta bianca al presidente del Consiglio per acquisti extra, per interventi extra? Noi ormai la patologia la conosciamo e la conteniamo con vari mezzi. Cosa c’è di extra che dobbiamo fare?”.

Parole dure come pietre che confermano il malessere crescente nella popolazione italiana in tutti gli strati della società. Il governo Draghi tira dritto forte di una maggioranza parlamentare plebiscitaria, eppure farebbe bene, nell’interesse suo ma in primo luogo della Nazione, ad ascoltare le tante voci critiche, razionali e piene di buonsenso che chiedono al governo di cambiare strategia, di cominciare ad usare il linguaggio della verità e della franchezza e di dismettere l’arma del ricatto.

Se lo farà anche la campagna vaccinale per la terza dose avrà successo. Diversamente il suo consenso franerà velocemente, con conseguenze politiche, economiche e sociali imprevedibili.

Dott. Stefano Salmè

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Il Giornale di Udine

Eredi morali del “Giornale di Udine” fondato nel 1866 da Pacifico Valussi.

Responsabile culturale dott. Stefano Salmè, nato a Udine, iscritto all’ordine dei giornalisti dal 2002. Collaboratori: dott.ssa Stefania Toffoli, prof.ssa Alessandra Pagnutti, Simonetta Vicario, Giulia Peres, Daniele Bulfone

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