Dopo la rivolta di questa mattina nell’ex caserma Cavarzerani, il Sindacato Autonomo di Polizia denuncia la grave situazione in cui operano gli agenti:
“Negli ultimi tempi abbiamo denunciato le condizioni di servizio e i rischi cui vanno incontro ogni giorno i colleghi che prestano servizio e sono impegnatiquotidianamente a fronteggiare l’immigrazione clandestina proveniente dalla “rotta balcanica”. A livello nazionale, senza indugio alcuno, abbiamo anche preso carta e penna e scritto al Ministro dell’Interno. A Udine abbiamo lanciato l’allarme un mese fa, quando ancora si poteva intervenire per predisporre adeguate misure che consentissero di gestire il fenomeno migranti in modo sicuroe garantito. Abbiamo chiesto rinforzi, nessun uomo in più è stato inviato.Probabilmente qualcuno sperava che il problema passasse inosservato o finanche si risolvesse da solo.Oggi, invece, è esploso in tutta la sua drammaticità. Dopo le fughe “singole”,oggi i migranti ospitati nell’ex caserma Cavarzerani, più di 450 persone, hanno inscenato una rivolta
Gli stessi protocolli seguenti al rintraccio dei clandestini non garantiscono un minimo di sicurezza per il personale operante. Non esistono regole d’ingaggio con chi tenta la fuga, di fatto la vigilanza alle strutture ha solo una funzione dissuasiva. I migranti in fuga vanno convinti a rientrare o possiamo usare la forza? È legittimo limitare la loro libertà? Il tutto, nel silenzio assordante del “centro” e con una città scoperta nei servizi essenziali di prevenzione e sicurezza, perché gran parte dell’apparato è impegnato “alla Cavarzerani””.
(foto di Alessandro Cesare)