Il sindacato USB: “Nessuna trasparenza da ASUFC sulle prestazioni aggiuntive”

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Riceviamo e pubblichiamo una nota del sindacato USB:

“Nessuna trasparenza da ASUFC sulle prestazioni aggiuntive.
Vogliamo dar voce a tutti i lavoratori di ASUFC perché abbiamo avuto svariate richieste da parte dei colleghi in merito alle caratteristiche sull’accessibilità delle prestazioni aggiuntive che si svolgono in ASUFC.
Abbiamo quindi pensato di chiedere spiegazioni direttamente al direttore generale dott. Denis Caporale il quale ha subito tagliato corto passando la palla alla responsabile delle professioni sanitarie di ASUFC.
Come mai tanti colleghi che hanno si idoneità condizionate, ma non sono esonerati dall’assistenza al paziente e che coprono regolarmente turnazioni di mattina e pomeriggio, che all’occorrenza coprono malattie saltando riposi, si vedono negate tali opportunità? Come mai colleghi che si sono ammalati, hanno subito un’infortunio durante l’orario di servizio, accedono alla legge 104 o addirittura sono nella condizione di allattamento e quindi ad orario ridotto passando da 7.20 a 5.12 ore nel mese in cui hanno svolto le prestazioni, non possano accedere a quest’ultime?  Ancora peggio quando, dopo aver svolto un turno in prestazione aggiuntiva, si vedono avvicinare dai capi dipartimento e/o coordinatori (anche a distanza di 7gg o più) e vengono informati che tale turno eseguito in eccedenza oraria mensile, dopo aver rinunciato con ogni probabilità al riposo, non verrà pagato perché vi è stato un errore di lettura/interpretazione da parte di ASUFC e degli uffici competenti di una legge (la legge Sirchia del 2002 art.1 comma 3).
Tale legge rappresenta una guida per le aziende che devono successivamente stilare una procedura aziendale dove vengono spiegate e delineate tutte quelle situazioni lavorative dove possono rendersi necessarie la presenza di uno o più professionisti e permettere una più rapida interpretazione e applicazione di tali prestazioni. Ma come spesso accade in ASUFC si interpreta la legge in base ad un arbitrario giudizio ed è questo il caso, perché, la responsabile delle professioni sanitarie di ASUFC al posto di rispondere per iscritto come abbiamo chiesto noi, cioè di creare una procedura ben definita (anche perché si vedono coinvolti quasi 7500 dipendenti) ha dichiarato in più occasioni che ASUFC non si affida alla legge Sirchia del 2002, ma campa alla giornata valutando e decidendo cosa fare, come comportarsi caso per caso nella più totale
approssimazione rischiando ovviamente di fare delle discriminazioni arbitrarie.
Il 07/06/2022 in occasione delle riunione con le O.O.S.S. e con i membri RSU ha dichiarato pubblicamente che non ha la minima intenzione di stilare nessun documento ufficiale lasciando i quasi 7500 lavoratori in balia delle decisioni prese arbitrariamente dal sopracitato ufficio e dalla sua responsabile.
Noi del comparto sanità di  USB crediamo che un’azienda cosi grande debba garantire piena trasparenza e parità di trattamento, non escludendo nessun dipendente in nessuna condizione.
Non è ammissibile che chi ha potere decisionale in azienda possa fare il buono e il cattivo tempo e questo perché non vi è un regolamento ufficiale con criteri ben definiti a tavolino anche attraverso le organizzazioni sindacali, e quindi possa decidere senza alcun controllo, ma bensì vanno decisi i criteri definendo ed inserendo in questo contesto tutti i casi dei dipendenti, sia essi in malattia, in allattamento, con permesso di legge 104, idoneità condizionate, e non per ultimo in infortunio. Soprattutto considerando la realtà che stiamo vivendo da due anni dove la pandemia ha messo a dura prova tutti i lavoratori del comparto e continua a mietere operatori ogni mese.
Visto il modo di incaponirsi abbiamo provato a chiedere all’ufficio delle professioni sanitarie che vengano fatte delle riunioni da parte dei capi dipartimento e dei coordinatori per spiegare una volta per tutte questo aspetto dell’accessibilità alle prestazioni aggiuntive ai lavoratori, ma non c’è verso di trovare un punto d’incontro. Questo intestardirsi non fa altro che creare inutili allarmismi all’interno del comparto, tant’è che più di qualche infermiere non avendo informazioni dettagliate e precise, una procedura, un protocollo, una linea guida o un qualsiasi tipo di documento ufficiale di ASUFC ha rifiutato di lavorare in regime di prestazione aggiuntiva”

Filippo Esposito USB

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Il Giornale di Udine

Eredi morali del “Giornale di Udine” fondato nel 1866 da Pacifico Valussi.

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