Insegnante friulano costretto a dimettersi

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Avrebbe voluto tenere quella lezione per i suoi studenti. Si era preparato da tempo. Fino a tarda notte. Una lezione diversa, certo, interdisciplinare (la parola adorata che tanto dovrebbe piacere ai vertici scolastici che puntano tutto sulle competenze), pratico-applicativa: si trattava di dimostrare la successione di Fibonacci nel luogo principe dove quella teoria viene corroborata. L’incanto della Natura nei numeri. Soltanto che, per poter dimostrare sul campo che nelle piante si trovano formule geometriche, correlando matematica e biologica, arte e scienza, era indispensabile trovarsi all’interno di una serra.

Esatto. In serra.

Siamo all’Istituto tecnico-agrario, a Spilimbergo, dotato ovviamente di serra. Peccato però che quel percorso didattico il giovane insegnante di matematica, Leonardo Bassani, 27 anni, laureato in Ingegneria Meccanica, non lo ha potuto attuare. Stava per iniziare, giovedì 9 giugno, quella sudatissima lezione che avrebbe appassionato, innovativa per l’ubicazione e per i riferimenti curriculari ed extracurricolari, del resto l’insegnamento dovrebbe essere premiato proprio per i suoi innesti di creatività. “Purtroppo la dirigente Lucia D’Andrea mi ha detto che non potevo tenere quella lezione e che la scuola non è un circo”.

Povero Fibonacci: se sapesse di essere assimilato ad un circense (con buona pace dell’indiscutibile arte circense), proprio lui che è inserito fra i matematici più importanti della storia…Il suo vero nome è Leonardo Pisano, visse fra il 1170 e il 1250 e nel corso della sua vita elaborò numerose teorie geniali. Federico II di Svevia gli chiese un’udienza nel 1225 e gli conferì il titolo “Discretus et sapiens magister Leonardo Bigollo”. Ancora oggi esiste un’intera pubblicazione, “Fibonacci Quarterly” dedicata all’aritmetica connessa alla sua sequenza. Paragonarlo al circo è quanto meno un azzardo, ci racconta l’insegnante, come pure, per estensione, paragonare al circo le lezioni in serra.

“Eppure, sembrava che con la dirigente fossimo addivenuti ad un accordo: avrei tenuto le lezioni all’aperto, in modo da non dover essere obbligato, con le temperature elevate di questi giorni, a indossare la mascherina, e a non dover obbligare i miei studenti ad indossarla”.

La serra è all’aperto, “dunque non avevo dubbi che avrei potuto svolgere la lezione”. Ma il progetto si inceppa. “Un addetto mi comunica che la dirigente non autorizza questo tipo di attività”.

Addio successione di Fibonacci.

La serie di numeri nella quale ognuno di essi è la somma dei due numeri precedenti resterà solo una teoria, senza il trasferimento all’osservazione botanica, come sarebbe potuto avvenire in quella serra.

Addio lezione.

La storia non finisce qui. Lo strascico disciplinare si puntella con altri chiodi che vanno a conficcarsi nella testa e nel cuore del giovane insegnante che ha perso fiducia. “La dirigente mi aveva già inviato una diffida in quanto qualche giorno prima, a suo dire per una segnalazione sopraggiunta, mi aveva intimato di indossare la mascherina, pena l’impossibilità di entrare nell’edificio. Da quando è decaduto lo stato d’emergenza, tengo la mascherina sotto il naso, come del resto quasi tutti, anche nei corridoi. Per coerenza, non sono entrato nell’edificio a fronte di un ricatto che contrasta con i comportamenti e l’attuale situazione. Ebbene, mi è stato notificato l’avvio del procedimento disciplinare prima dell’invio delle mie giustificazioni prodotte regolarmente entro i 5 giorni previsti”. Tutta colpa di Fibonacci e dell’idea alternativa del docente carico di entusiasmo e passione. Ed ecco la seconda sferzata. Nuova diffida, e questa volta con comunicazione anche all’Ufficio scolastico regionale (il che significa: macchia perenne nel fascicolo del lavoratore), per la sfida della ‘sequenza’ matematica negli ambienti delle piante e dei fiori senza mascherine.

Credo nella scuola come istituzione – questo uno dei messaggi contenuti nella missiva inviata alla Dirigente – e nell’importanza del ruolo che ricopro. Ma guardandomi attorno mi trovo davanti ad una classe docente impaurita, imbavagliata, terrorizzata, ricattata e disposta a subire senza porsi domande. Vedere un governo ridurre la scuola ad un luogo in cui non regnano più il buonsenso e la ragione, ma solamente una muta e tacita obbedienza, mi addolora profondamente”.

Avrebbe affrontato, come scrive nella missiva, “a testa alta”, con dignità e coerenza, il procedimento disciplinare, “a dimostrazione che sono rimasto saldo nei miei principi di buon senso e razionalità”. La razionalità e la logica che derivano dalle leggi della matematica che Bassani tanto amava e ama. Amava spiegare. Amava stare in classe. Amava stare con gli alunni. Ma dopo la seconda comunicazione di diffida, il giovane Leonardo non ha retto più. Ha deciso, amaramente, anche nell’ottica di non incorrere in sanzioni peggiori, di rassegnare le dimissioni. Basta.

Addio alla scuola. Non crede Bassani che, a queste condizioni, metterà piede dentro un istituto scolastico. Ha perso la motivazione. Ha perso quella fiamma che lo spingeva a tenere dritta la barra nonostante le tempeste emergenziali di questo anno. Eppure lui, che si chiama con lo stesso nome di battesimo, Leonardo, del genio Fibonacci, non è riuscito a rinunciare del tutto a tenere quella lezione in serra.

Ha voluto lasciare traccia di sé, in qualche modo, e del suo omonimo, scrivendo una lettera di commiato ai suoi studenti e allegando la lezione mancata. In questo modo, seppure virtualmente, le sue classi potranno ritrovare il professore e lo scopritore delle successioni nelle sezioni auree delle serre, camminando fra i giardini e osservando le spaziature fra le foglie lungo uno stelo e la disposizione dei petali e dei semi in alcuni tipi di fiori, come le file di flosculi in un girasole, la malva, l’Achillea ptarmica, le pigne nel loro accrescimento… Potranno, passeggiando nei parchi e nei giardini di Spilimbergo, notare come le foglie sui rami di numerose piante siano disposte in modo da presentare alcuni numeri della sequenza di Fibonacci.

E allora… si ricorderanno di quel giovanissimo insegnante – animato dal fuoco di trasmettere conoscenze, anche in luoghi diversi dalla classe – che a quella lezione in serra è stato costretto a rinunciare. Rinunciando al futuro di insegnante, perché con due segnalazioni in pochi giorni e due diffide si è ad un passo dal patibolo. La carriera è stroncata ancora prima che si possa intraprendere.

Si è accomiatato con tristezza dai suoi alunni lasciando un augurio per i loro anni a venire.

Lui, il suo futuro, l’ha dovuto interrompere bruscamente con le dimissioni.

Il de profundis dell’addio-scuola non ha nulla di analogo al manzoniano Addio monti. Perché la scuola resterà fuori da ogni opzione di ritorno.

Fibonacci gli studenti lo dovranno cercare altrove: in quel ‘numero di Dio’ che è uno degli appellativi dati alla sezione aurea, ma anche nella zoologia come le stelle marine e gli spirali delle conchiglie, nella Fibonacci Society (non certo un circo) in Minnesota che si dedica alla ricerca di esempi di sezione aurea e di numeri di Fibonacci nella natura, in arte e in architettura, basandosi sulla convinzione che il rapporto aureo sia un dono di Dio al mondo. Del resto, per riprendere il pensiero di Galileo, l’Universo è scritto in lingua matematica e i caratteri sono triangoli, cerchi ed altre figure geometriche. Anche la serra è un granello dell’Universo. Come pure certe lezioni mancate.

 

Irene Giurovich

 

Per gentile concessione dell’insegnante, pubblichiamo la lettera spedita agli studenti:

 

Buonasera Ragazzi.
Avevo preparato per voi una lezione interessante riguardo alla sequenza di Fibonacci in botanica, da svolgersi nella serra dell’istituto, essendoci lì delle piante e fiori che ben si prestano agli argomenti inerenti alla lezione.

Non è stata della stessa opinione il Dirigente Scolastico, che, venuta a conoscenza delle mie intenzioni, mi ha impedito di accedere alla serra per procedere alla lezione programmata, con le giustificazioni che “la scuola non è un circo” e che “le lezioni si tengono in classe”.

Non riconoscendomi più in un istituto che di fatto mi impedisce di svolgere una lezione interdisciplinare in cui avreste potuto vedere, toccare con mano e ricercare voi stessi la matematica presente nelle piante della serra, ho deciso di dare le dimissioni.
Vi lascio in allegato la lezione che avevo preparato per voi, e che non ho potuto svolgere, riportata da me in un file PDF questo pomeriggio.

 

Un grande augurio per gli anni a venire.

Con affetto,
Bassani Leonardo

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Il Giornale di Udine

Eredi morali del “Giornale di Udine” fondato nel 1866 da Pacifico Valussi.

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