L’appello delle scuole di danza del Friuli Venezia Giulia

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A seguito delle misure urgenti in materia di contenimento e gestione dell’emergenza epidemiologica da COVID-19 adottate con i Decreti DPCM 1-4-8 marzo 2020, la gran parte delle associazioni e delle società sportive dilettantistiche del Friuli Venezia Giulia si sono viste costrette a sospendere le loro attività, malgrado l’assenza di una precisa disposizione in tal senso: per la tipologia degli allenamenti e delle strutture, infatti, è risultato pressoché impossibile garantire in modo assoluto il rispetto della distanza di sicurezza interpersonale di un metro prescritta dalla normativa, oltre al fatto che divergenti comunicati diramati dal CONI e dalle varie Federazioni Sportive hanno creato un ulteriore stato di incertezza e confusione tale da non consentire la prosecuzione in serenità degli allenamenti.
Per le scuole di ballo e di danza, il decreto dell’8 marzo 2020 ha invece disposto la SOSPENSIONE (Art.2, lett.c)
Non discutiamo il merito delle decisioni, perché siamo consapevoli che sono state adottate nell’interesse primario della salute di tutti i cittadini.
Tuttavia, la danza in Friuli-Venezia Giulia si è fermata e il danno è enorme.
La danza è prima tutto un’arte, anzi, “la madre di tutte le arti” (Curt Sachs), eppure da anni è oramai diventata la “cenerentola” delle arti, abbandonata e dimenticata dalle Istituzioni di ogni ordine e grado, con le conseguenze evidenti sotto gli occhi di tutti, che vanno dall’emorragia di talenti costretti a emigrare all’estero alla chiusura progressiva dei Corpi di Ballo. In Italia ne avevamo 13, tanti quanti le Fondazioni Lirico Sinfoniche, e ora ne sono rimasti forse 3. In Germania sono 50. In Francia, tra Corpi di Ballo di teatri d’Opera e Compagnie di residenza municipali, sono 95.
In questo scenario drammatico, le Scuole di Danza in Italia continuano incessantemente a formare circa 1 milione e 400 mila giovani allievi (mentre non raggiungono il milione gli iscritti alle scuole di calcio), a sostenere i loro sogni e la loro passione, a offrire loro palcoscenici sui quali possano esprimersi, il tutto pressochè senza aiuti e sostegno, neppure del CONI e delle Federazioni Sportive, ai cui regolamenti alcune sono pure tenute ad uniformarsi, malgrado il più delle volte risultino inconciliabili quanto meno con la danza coreutica, che non è declinata in campionati, serie e classifiche.
Il Friuli- Venezia Giulia può vantare circa 120 Scuole di Danza e oltre 10.000 iscritti: un patrimonio umano e artistico che non può e non deve andare disperso.
Vale la pena ricordare, poi, che sono proprio le Scuole di Danza a organizzare eventi, manifestazioni e concorsi (sempre a loro spese), anche di prestigio e richiamo internazionale, che arricchiscono l’offerta turistico-culturale della nostra Regione con positive ricadute sull’economia e sul territorio.
La danza, inoltre, come lo sport, soprattutto quello dilettantistico, garantisce benessere fisico e mentale, è occasione di scambio e momento di formazione, in altre parole, produce valore sociale. Chi la pratica e soprattutto le famiglie costituiscono i principali fruitori di questo valore sociale e le Scuole di Danza sono fondamentali per garantirlo, preservarlo e diffonderlo.
Per tali e tanti motivi,
CHIEDIAMO CHE
Comuni e Regione del Friuli-Venezia Giulia, unitamente al Governo si facciano promotori di azioni che diano supporto e sostegno alle nostre associazioni e società sportive in questo momento di profonda crisi.
In particolare, chiediamo che:
venga sospeso il pagamento dei canoni di locazione privati e pubblici delle strutture associative per il periodo in cui è stato richiesto di sospendere le attività sportive e/o le stesse risultino impraticabili;
venga annullato il pagamento di TARI e TASI per l’anno 2020;
vengano posticipate le rate dei mutui per il periodo in cui è stato richiesto di sospendere le attività sportive e/o le stesse risultino impraticabili;
vengano diminuite del 50% le spese delle utenze (acqua, elettricità, gas, ecc.) per il periodo in cui è stato richiesto di sospendere le attività sportive e/o le stesse risultino impraticabili;
venga istituito un fondo per rimborsare i costi sostenuti dalle associazioni e società sportive per la copertura assicurativa dei propri tesserati (polizza infortuni, polizza RCT, ecc.) nel periodo d’emergenza proclamato dai Decreti DPCDM;
venga garantita una fonte di reddito di almeno €500/mese per ogni istruttore e/o insegnante proporzionata al periodo in cui è stato richiesto di sospendere le attività sportive e/o le stesse risultino impraticabili, tenuto conto che per la maggior parte di tali istruttori e/o insegnanti il corrispettivo percepito dalle associazioni e società sportive costituisce l’unica fonte di guadagno;
vengano parificate le associazioni e società sportive alle PMI o comunque vengano loro consentito l’accesso a strumenti di finanziamento agevolato.
La Danza può fermarsi per il bene del Friuli-Venezia Giulia e dell’Italia, ma per quello stesso bene, deve essere messo nelle condizioni di ritornare quanto prima on stage!

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Il Giornale di Udine

Eredi morali del “Giornale di Udine” fondato nel 1866 da Pacifico Valussi.

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