L’assessore regionale Riccardi: “obbligo vaccinale per tutti”

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Ogni giorno che passa purtroppo troviamo conferme alle più pessimistiche previsioni rispetto alla durata delle restrizioni. Erano in molti a temere che, con la scusa della pandemia, si fosse prodotto un gigantesco esperimento di controllo sociale delle masse, i cui effetti negativi sulle libertà individuali perdureranno per molto tempo.

E se questo vale certamente per il “passaporto vaccinale” o “Green pass” che si voglia, con la palese discriminazione di chi sceglie di non vaccinarsi, alcuni importanti segnali negativi arrivano anche sulla questione dell’obbligo vaccinale.

Una dichiarazione di ieri dell’assessore regionale alla Sanita del Fvg, Riccardo Riccardi, riporta in primo piano una deriva autoritaria ammantata dalla necessità di tutelare la pubblica salute: “Per me il vaccino, come già in passato per altre malattie, dovrebbe essere obbligatorio per tutti, la salute pubblica rimane il bene più alto”.

A prescindere dal fatto che ci sono molte cose che sono state fatte nel passato e che la società ha deciso di non replicare ritenendole ormai superate, omette l’assessore di ricordare che, a differenza del passato, il vaccino anti-Covid è stato autorizzato in “via emergenziale“, quindi, di fatto, ancora sperimentale.

Dal sito dell’Unione Europea infatti apprendiamo infatti che: “L’Agenzia europea per i medicinali (EMA) e la Commissione si avvalgono pienamente delle disposizioni previste dalla legislazione dell’UE per le situazioni di emergenza per accelerare la procedura di approvazione, garantendo nel contempo la piena valutazione di tutti i requisiti in termini di efficacia, qualità e sicurezza del vaccino. Vista l’urgenza dovuta alla pandemia di coronavirus, l’EMA ha istituito procedure d’esame accelerate per valutare le domande nel più breve tempo possibile, garantendo nel contempo solidi pareri scientifici. La chiave di volta per accelerare il processo è costituita dalle “revisioni cicliche”, che consentono all’EMA, in caso di emergenza sanitaria, di cominciare a valutare i dati relativi a medicinali o vaccini promettenti non appena vengono resi disponibili, anziché attendere la fine di tutte le fasi di sperimentazione”.

Già questo fatto oggettivo toglierebbe ogni possibilità che il vaccino venga reso obbligatorio. Ma a questa considerazione se ne aggiungono altre di carattere costituzionale e internazionale. L’art. 32 della Costituzione infatti recita che “La Repubblica tutela la salute come fondamentale diritto dell’individuo e interesse della collettività, e garantisce cure gratuite agli indigenti. Nesssuno può essere obbligato a un determinato trattamento sanitario se non per disposizione di legge. La legge non può in nessun caso violare i limiti imposti dal rispetto della persona umana”.

La legge fondamentale vieta quindi ogni obbligo vaccinale ed anche un’eventuale legge, avrebbe il preciso limite che non potrebbe in “nessun caso violare i limiti imposti del rispetto della persona umana“, intendendo chiaramente affermare un diritto naturale che precede il diritto stesso. La Cosituzione quindi vieta ogni “trattamento sanitario obbligatorio” per arrivare alla vaccinazione di massa.

Questi confini sono chiaramente la caratteristica più bella dell’Occidente democratico.

C’è un filo rosso che lega il tentativo di far passare l’obbligo vaccinale in Italia (che sarebbe il vaso di pandora per chissà quali limitazioni individuali), con le misure sanitarie dittatoriali usate in Cina.

Non vorremmo che oltre al Covid, la Cina sia riuscita a esportare anche il virus della dittatura.

p.s sono un vaccinato!

Stefano Salmè

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Il Giornale di Udine

Eredi morali del “Giornale di Udine” fondato nel 1866 da Pacifico Valussi.

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