Malasanità in Fvg: famiglia di Monfalcone reclusa in quarantena dal 6 dicembre

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Il consigliere regionale di centrodestra Walter Zalukar interroga nuovamente la giunta regionale per conoscere il motivo burocratico che sta costringendo una famiglia monfalconese a rimanere in quarantena dal 6 di dicembre.

A Monfalcone un’intera famiglia è tenuta in quarantena, quindi “reclusa” in casa   dal 6 dicembre,  ha chiesto  ripetutamente aiuto per uscire da una situazione a dir poco grottesca, visto che non si riesce ad interloquire decentemente con ASUGI.
Il 6 dicembre sono il risultato positivo al tampone in farmacia – racconta il signor G.B. – e mi hanno detto di stare a casa in quarantena assieme a mia moglie ed ai miei due figli… da allora nessuno di Asugi ci ha contattati, nonostante telefonate, pec e mail inviate…. e prosegue: Il 13 ho fatto il tampone molecolare a Trieste risultando negativo, il 14 l’hanno fatto mio figlio (negativo), mia moglie e mia figlia (positive) e già qui sorvoliamo perché stiamo tutti bene.. Ci hanno prolungato la quarantena fino al 3 gennaio se al tampone che avremmo dovuto fare il 27, qualcuno sarebbe stato trovato positivo. Il punto è che nessuno ci ha chiamati per darci l’appuntamento per il tampone e onestamente visto i tempi che hanno, potrò mai tornare al lavoro?
Chi pagherà i danni per l’assenza dal lavoro? E per la reclusione la cui lunghezza sembra assai poco giustificata?
Se a trasgredire le regole, cioè a uscire di casa,  fossero stati i malcapitati “reclusi”, sarebbero stati inesorabilmente colpiti da  sanzioni amministrative da 400 a 1000 euro o anche penali con l’arresto da 3 a 18 mesi e ammenda da  500 ad 5.000 euro  (art. 260 R.D. 27 luglio 1934, come modificato dal D.L. 25 marzo 2020).
Questo non è un caso isolato, troppi cittadini risultano vittime di un sistema che sembra operativamente sempre più confuso e neppure si degna di comunicare in tempi e modi più consoni con gli utenti, che sono preoccupati per le situazioni di incertezza, talora di abbandono, in cui si trovano.
Ho interrogato  la Giunta regionale per sapere se non ritenga di dover impegnare ASUGI ad adottare idonee  misure per risolvere questi problemi, perché i diritti dei cittadini  non vengano calpestati e chi di dovere faccia il suo dovere. E qui parlo non degli operatori sul campo, essi stessi vittime, ma dei vertici “responsabili”. 
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Il Giornale di Udine

Eredi morali del “Giornale di Udine” fondato nel 1866 da Pacifico Valussi.

Responsabile culturale dott. Stefano Salmè, nato a Udine, iscritto all’ordine dei giornalisti dal 2002. Collaboratori: dott.ssa Stefania Toffoli, prof.ssa Alessandra Pagnutti, Simonetta Vicario, Dott.ssa Irene Giurovich, Giulia Peres, Daniele Bulfone

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