Toffoli: “E’ il momento di svegliarsi, per non finire come la rana bollita”

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Ricordiamo tutti le dichiarazioni dell’eurodeputata leghista Annalisa Tadino in occasione dell’approvazione del Green Pass europeo.

“Ci teniamo a precisare che nessuno sarà obbligato a vaccinarsi. Non è un pass, nessuno sarà limitato nella sua libertà di circolazione.” Era il 28 aprile 2021 e il lasciapassare, ottenuto con la guarigione, il completamento del ciclo vaccinale (quella volta si parlava di sole due dosi) o l’effettuazione di un tampone da meno di 48 ore, serviva solamente per spostarsi più agevolmente e “in sicurezza” tra gli Stati membri.

Quattro mesi dopo, ad agosto, in Italia, il Green Pass venne introdotto per limitare l’accesso a bar e ristoranti al chiuso, cinema, teatri, piscine, palestre, sagre ed eventi.

Ma anche questo non fu abbastanza. Passarono solo due mesi (era il 15 ottobre), che il Green Pass divenne obbligatorio per lavorare, costringendo chi non voleva – o, per le più svariate ragioni, non poteva- inocularsi, a pagare di tasca propria un tampone ogni 48 ore, in palese violazione del Regolamento 2021/953 del Parlamento Europeo e del Consiglio del 14 giugno 2021, laddove al considerando 36 -capziosamente tradotto in italiano-, stabilisce che è necessario non discriminare un soggetto che non sia vaccinato contro il Covid19.

Il 6 dicembre, poi, come nelle più fantasiose raccolte punti, abbiamo assistito alla creazione del Super Green Pass, uno speciale permesso premio, concesso solo ai guariti (da meno di 6 mesi) e ai vaccinati (inizialmente da meno di 12 mesi, poi da meno di 9, dal 1 febbraio, invece, da meno di 6), che è diventato necessario per accedere ai luoghi per i quali inizialmente era stato introdotto il semplice Green Pass. Ulteriore evoluzione (no, non stiamo giocando a Pokemon, anche se la sensazione è quella) è il Mega Green Pass, riservato a chi si sottopone alla dose cosiddetta “booster”, inizialmente dopo 6 mesi dalla seconda dose, poi dopo 5, ora dopo 4.

Il 2022 è appena cominciato, eppure non sembra voler segnare una svolta in questo processo di compressione (per non dire eliminazione) di diritti che dovrebbero essere tutelati dalla Costituzione, legge fondamentale del nostro Ordinamento.

È sempre più insistente, infatti, la voce che vuole l’imposizione del Super Green Pass per tutti i lavoratori, con buona pace di chi sosteneva che il lasciapassare non era assolutamente un obbligo vaccinale mascherato.

Tutto questo, mentre dal Sudafrica ci dicono che Omicron, fortunatamente, è paragonabile ad un raffreddore e Londra decide di eliminare tutte le restrizioni: bisognerà (finalmente) iniziare a convivere con il virus.

In Italia, invece, dopo che il Presidente del Consiglio aveva dichiarato in Conferenza Stampa (era il 22 luglio 2021) che il Green Pass dava la garanzia di ritrovarsi tra persone non contagiose, abbiamo assistito, nei giorni precedenti le Festività Natalizie, alla marcia indietro di esperti e non, che dichiaravano “Il vaccino impedisce di finire in terapia intensiva, ma non abbiamo mai detto che impediva di contagiarsi e contagiare”. Da qui, le corse impazzite al tampone a cui abbiamo assistito negli scorsi giorni, nei quali migliaia di vaccinati hanno intasato le farmacie per tamponarsi e poter partecipare ai cenoni “in sicurezza”, in questo caso sì, rubando il posto a chi aveva necessità di fare un tampone per poter lavorare. Che il boom dei contagi coincida, in qualche modo, con questa corsa al tampone?

Sta di fatto che sono passati solo pochi giorni da questa retromarcia sull’efficacia del vaccino di fermare il contagio, che improvvisamente il tampone, per poter lavorare, non è più sufficiente.

Cosa dovrà succedere ancora perché gli italiani decidano che la misura è colma?

“È molto più facile ingannare la gente, piuttosto che convincerla che è stata ingannata”, diceva Mark Twain. Evidentemente aveva ragione.

Dott.ssa Stefania Toffoli

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Il Giornale di Udine

Eredi morali del “Giornale di Udine” fondato nel 1866 da Pacifico Valussi.

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