Ieri sera, il presidente del Consiglio, citando Churchill (è la nostra ora più grave), ha esteso a tutta la penisola le misure già prese per la Lombardia e altre 14 provincie. Di fatto gli italiani vengono confinati nel proprio comune di residenza, salvo comprovati motivi di lavoro o di salute. Una limitazione di libertà paragonabile solo ai momenti di guerra. I “pieni poteri” che incautamente erano stati invocati da Matteo Salvini quest’estate, riemergono oggi nell’emergenza coronavirus. La decisione del premier Conte è stata presa probabilmente sulla base di evidenze scientifiche che prevedevano, in assenza di misure efficaci, una progressione geometrica dell’espandersi dell’epidemia. L’aumento dei casi in Puglia e le prime avvisaglie a Roma, fanno temere d’altronde che il virus non si fermerà certamente sull’appennino e quindi bisognava agire con velocità. Ora l’Italia dovrà dimostrare a se stessa e al mondo, che è ancora capace di quella disciplina individuale e collettiva per vincere questa sfida difficilissima. L’Italia che è in trincea (medici, infermieri, forze dell’ordine etc) sta già dimostrando con i fatti, di quale abnegazione e spirito di sacrificio è capace. Ma adesso è tutta l’Italia a dover dimostrare, in primo luogo a noi stessi e in secundis agli stranieri che ci chiudono le porte, che saremo in grado di rialzarci con le nostre forze.
Stefano Salmè