Udine. Il sistema “a semaforo” anti-italiano sugli scaffali dei nostri supermercati

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Il “nutri-score” è un fine sistema protezionistico elaborato dai francesi per contrastare la concorrenza sempre più agguerrita del “made in Italy”.

Si tratta di un sistema a punteggio elaborato da un gruppo di ricercatori francesi che in teoria servirebbe a confrontare le qualità nutrizionali dei diversi alimenti.

Secondo i francesi questo servirebbe a un più facile accesso ai cibi “sani”.

Ovviamente l’argomentazione è una grossolana scusa dei francesi per danneggiare prodotti italiani che hanno conquistato il mercato francese. Va detto che il “sistema a semaforo” è visto con favore dai paesi con un’agricoltura ormai dominata da poche grandi multinazionali (Germania, Olanda, Belgio oltre la Francia) e sostanzialmente osteggiata dagli altri paesi europei, tra cui spicca l’Italia. Il sistema quindi non è ancora entrato in vigore in tutta l’Unione Europea e viene applicato solo da alcuni paesi.

L’algoritmo Nutri-score è stato criticato da diversi governi tra i quali quello italiano, da gruppi industriali, dall’associazione degli agricoltori europei Copa-Cogeca e da numerosi nutrizionisti per aver semplificato eccessivamente le informazioni nutrizionali e ridotto gli alimenti complessi ai singoli ingredienti.

Secondo il Prof. Philippe Legrand, direttore del Laboratorio di Biochimica della Nutrizione Umana dell’Agrocampus-INSERM, l’algoritmo penalizza indebitamente gli alimenti ad alto contenuto di grassi e non riesce a distinguere tra diversi tipi di grassi, alcuni dei quali sono indispensabili per la salute umana. In quanto tale, Nutri-score “non fornisce informazioni sulla composizione del cibo ma dà un verdetto generale sul cibo. Non è né più né meno che un’opinione o un giudizio. Come fonte di informazioni scientifiche, è insufficiente.

Nutri-score è stato criticato da nutrizionisti per aver dato dei voti alti ai cibi ultra processati. I consumatori possono sostituire cibi ricchi di grassi con cibi apparentemente più sani ma altamente elaborati con un Nutri-score più alto. Inoltre, alcuni paesi europei sostengono anche che il punteggio discrimina i grassi sani come l’olio d’oliva.

Il 17 settembre 2020 una coalizione di paesi ha pubblicato un cosiddetto “non-paper” contro il Nutri-score, pur senza menzionarlo direttamente. Il documento afferma infatti che un sistema di etichettatura nutrizionale europeo non deve contenere colori, deve essere basato sulle porzioni e non su 100g e deve rispettare le diete tradizionali”.

Che francesi, tedeschi, olandesi etc. cerchino di danneggiare slealmente il cibo italiano è deprecabile, ma è un fatto noto che è sempre successo. Che invece multinazionali francesi confezionino cibo nostrano usando il “nutri-score” negli scaffali degli ipermercati che hanno in Italia, bisogna considerarlo come uno schiaffo agli italiani.

Un nostro lettore ci ha inviato la foto di una confezione di “grana padano” confezionato con il marchio “Carrefour” e venduto negli scaffali dell’ipermercato al Terminal Nord. Cibo italiano di grande successo, semplicemente confezionato da Carrefour, che, possedendo la catena distributiva può fare prezzi migliori rispetto ai nostri produttori. Ma nonostante questo vantaggio competitivo, la multinazionale francese applica anche il “nutri-score” bollando il nostro grana padano con il colore “arancio”.

E tutto questo avviene a Udine, in Italia, in barba al buon senso di chi da “ospite” dovrebbe avere la buona educazione di applicare le leggi e la cultura dell’ospitante.

Stefano Salmè

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Il Giornale di Udine

Eredi morali del “Giornale di Udine” fondato nel 1866 da Pacifico Valussi.

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