La modalità decisa dall’Università di Trieste per lo svolgimento degli esami a distanza ha fatto già il giro del web. Ci limitiamo a riproporlo esattamente come viene indicato nel sito dell’Università giuliana:
Ripetiamo la sintesi della questione: “in tutti i casi, sia che gli esami siano svolti in presenza o da remoto, gli studenti sono tenuti al possesso della certificazione verde”.
Nonostante la chiarezza di linguaggio, i “siti anti-bufale”, veri e propri guardiani dell’informazione politicamente corretta, hanno cercato di arrampicarsi sugli specchi per negare l’evidenza.
La scelta dell’Ateneo giuliano è invece coerente con l’impostazione del governo, quella di utilizzare il Green Pass come un obbligo vaccinale surrettizio. Costringere studenti e docenti alla vaccinazione.
E d’altronde questa filosofia ritorna in molti aspetti del protocollo Covid dell’Università di Treiste.
Ai docenti che non possiedono il Green Pass è infatti preclusa l’opzione (tanto decantata l’anno scorso come un salto nel futuro) del lavoro agile (didattica a distanza):
Opportunità invece che viene offerta ai docenti che, vaccinati, siano costretti comunque ad un periodo di quarantena perchè venuti a contatto con un positivo:
Quando nacquero in Italia otto secoli fa, si chiamavano “Libere Università”.
Luca Rizzi
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