Zanin: “riprendiamoci il nome Tocai”. L’assessore Zannier: “chiacchiere da bar”

Condividi su:

Facebook
Twitter
Telegram
WhatsApp
Email

Per capire lo stato della politica regionale di oggi basterebbe leggere le dichiarazioni di due protagonisti assoluti della scena politica, il Presidente del Consiglio regionale (forzista e molto vicino a Fedriga) Mauro Zanin e l’assessore regionale all’Agricoltura, il leghista Stefano Zannier.

Alla festa del vino di Bertiolo Zanin ha dissotterrato l’ascia di guerra rivendicando la necessità che l’agricoltura friulana si riappropri del marchio “Tocai”: “bisogna riaprire il dossier del Tocai dopo la storica sconfitta nella guerra legale con l’Ungheria, che ha privato il Friuli di uno dei suoi prodotti simbolo”.

Oggi l’alleato assessore regionale Zannier risponde con toni durissimi: “Dopo oltre dodici anni dall’ultima pronuncia giuridica in merito è perlomeno utopistico pensare di poter ritornare a usare la dicitura ‘Tocai’ per quello che ormai in tutto il mondo viene chiamato ‘Friulano’. La Regione ha combattuto strenuamente per tutelare la denominazione ‘Tocai’ ma quella sfida, purtroppo persa, appartiene al passato, quindi dobbiamo guardare al futuro e promuovere al meglio gli attuali prodotti del Friuli Venezia Giulia e non dare vita a battaglie di retroguardia che rischiano solo di alimentare false speranze”.

Zannier ha spiegato poi che “sia gli organi di giustizia dell’Unione europea sia la Corte costituzionale si sono espresse in maniera molto chiara rispettivamente a favore dell’Ungheria e del suo Tokaji e sull’impossibilità per la Regione di legiferare in una materia che ha riflessi sul commercio internazionale e comunitario e, ormai da anni, tutte le aziende vitivinicole del
Friuli Venezia Giulia hanno investito risorse e promosso attraverso le etichette delle loro bottiglie il ‘Friulano’. Inoltre, per ridurre il disagio economico causato dal cambio di
denominazione sono stati investiti per la promozione del ‘Friulano’ oltre 10 milioni di euro, 8 dei quali di provenienza statale e 2 regionali”.

L’assessore ha quindi rimarcato che “al momento la Regione non ha alcuna evidenza dell’individuazione di nuovi elementi che potrebbero far ipotizzare una riapertura della questione, ma se altri esponenti hanno evidenza di aperture in tale senso da parte
dell’Unione europea dovrebbero segnalarle formalmente di modo da consentire di verificare la loro fondatezza per distinguere sentieri legalmente e istituzionalmente percorribili da illazioni
e chiacchiere da bar”.

Una tale durezza di toni non può essere spiegata solamente con una diversità di vedute. Nel centrodestra regionale serpeggia nervosismo e preoccupazione e la competizione interna per reclamare i pochi posti nel Parlamento nazionale è già partita.

avatar

Il Giornale di Udine

Eredi morali del “Giornale di Udine” fondato nel 1866 da Pacifico Valussi.

Vuoi ricevere gli aggiornamenti in tempo reale?

Seguici la nostra pagina Facebook e attiva le notifiche.
Facebook
Twitter
LinkedIn
Telegram
WhatsApp
Email