In Francia un canale televisivo ironizza sulla pizza al coronavirus, la CNN americana disegna una mappa di un mondo infettato dall’Italia, i greci al loro confine chiedono ai nostri esportatori un bollino “coronavirus free”. Un vero e proprio attacco all’Italia che dimostra, se ce ne fosse stato bisogno, che quando gli eventi si fanno difficili, ogni popolo si chiude a difesa del proprio interesse. In questo contesto troviamo anche molti italiani pronti a manifestare il loro atavico autolesionismo, quasi compiancendosi di dare ragione ai pregiudizi degli stranieri. Poi però, come si usa dire, le bugie hanno le gambe corte. L’Unversità di Milano dimostra che il cosiddetto “paziente 1” di Codogno non è mai esistito e che il virus circolava ben prima di quel fatidico 21 di febbraio. Oggi apprendiamo che il primo focolaio di Covid 19 è quello isolato in gennaio in Germania, a Monaco. Il Fred Hutchinson Cancer Research Center di Seattle ha ricostruito la mappa genetica del coronavirus, dimostrando che l’albero genealogico del Covid 19 in Europa sarebbe partito proprio dal focolaio tedesco. Il “paziente 1” di Monaco aveva accusato i primi sintomi il 24 gennaio, contagiando molti dipendenti della propria azienda. Quel focolaio sarebbe la causa di buona parte dell’epidemia in Italia e in Europa. In Europa si nascondono i dati. La colpa dell’Italia? La sua trasparenza.
Stefano Salmè