I docenti precari del FVG delle scuole secondarie di I e II grado pronti alla mobilitazione generale

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Si è riunito ieri a Monfalcone (Gorizia) il Coordinamento docenti precari del Friuli Venezia Giulia, aderente al Coordinamento Nazionale dei docenti precari, cioè una rappresentanza autoconvocata dei docenti delle Scuole secondarie di I e II grado per adottare misure urgenti a favore del personale docente che da anni vive e lavora in difficili e variegate situazioni occupazionali.

L’accordo raggiunto con il Governo nell’ottobre scorso da CGIL, CISL, UIL, Snals e Gilda, senza un’ora di sciopero, non è sufficiente a risolvere l’emergenza sociale che riguarda la presenza di oltre 170mila precari nella scuola, di cui 70mila con più di 3 anni di servizio: numero destinato ad aumentare ancora, dato che per il prossimo anno sono previsti oltre 60mila pensionamenti. Il decreto legge n. 126/2019, convertito nella legge n. 159 del 20 dicembre 2019, prevede per i prossimi anni un numero di immissioni in ruolo insufficiente, utile solo a non incorrere nelle sanzioni per abuso di precariato dell’Unione Europea (stando alla direttiva n. 70/1999, recepita dall’Italia e convertita in legge n. 368/2001).

Il suddetto decreto, ribattezzato “ammazza precari”, prevede un concorso ordinario per 25mila posti e un concorso straordinario – rivolto a tutta la platea dei docenti con servizio, compresi quelli di ruolo – per 24mila posti. Inoltre, tale concorso lascerà a casa molti precari che non avranno la possibilità di accedervi a causa della mancanza, nella regione di residenza, di bandi nella propria CDC (classe di concorso); e i candidati potranno concorrere per una sola CDC, subendo una limitazione ingiustificata. A ciò si aggiunge che le migliaia di docenti precari con numerosi anni di servizio solo su sostegno saranno esclusi sia dal concorso straordinario su sostegno che da quello su posto comune.

Inoltre, la prova computer based, stabilita per il concorso straordinario, si dimostrerà completamente inadatta a valutare le competenze didattiche del docente in quanto basata su criteri meramente nozionistici, affidando il risultato più alla fortuna che alle competenze, dovendo rispondere a 80 domande a risposta multipla in 80 minuti.

Riguardo al TFA V ciclo, gli stessi docenti con almeno 3 annualità di servizio saranno esclusi dalla possibilità di specializzarsi se non in possesso dei 24 CFU: condizione questa che, ancora una volta, svaluta e vanifica l’esperienza pluriennale maturata sul campo. L’emergenza precariato ha raggiunto numeri spaventosi e queste soluzioni improprie comunicano un’incapacità e una mancata volontà di risolvere realmente la questione.

Nei mesi scorsi molti docenti di varie parti d’Italia si sono riuniti dando vita a una rete di Coordinamenti in diverse città. Il 17 gennaio tali coordinamenti hanno manifestato il loro dissenso verso la legge n. 159/2019 attraverso una serie di presidi territoriali; e lo scorso 14 febbraio gli stessi, riuniti in un Coordinamento Nazionale, hanno promosso lo sciopero generale dell’istruzione grazie all’appoggio di alcuni sindacati di base, con cortei e presidi nelle città di Milano, Firenze, Bologna, Torino, Sassari, Cagliari e Taranto. Lo sciopero ha rappresentato solo l’inizio di una mobilitazione generale. Stiamo lavorando ad ulteriori iniziative per comunicare un rifiuto totale di questa legge, per la superficialità con la quale si stanno affrontando i problemi della scuola.

In questa direzione si pone anche la presa di posizione del portavoce del Coordinamento docenti precari del Friuli Venezia Giulia, il prof. Giovanni Puzone: «Forti della consistente partecipazione alla mobilitazione, chiediamo una trattativa diretta con il Governo per il ritiro immediato della Legge n. 159/2019, anche alla luce della grave situazione di emergenza venutasi a creare con il Coronavirus, a causa del quale comunque si dovranno rinviare tutte le procedure concorsuali; abbiamo già predisposto una piattaforma rivendicativa, che considera dettagliatamente le emergenze e le necessità della Scuola. La piattaforma – ha precisato il prof. Puzone – nasce da un confronto con tutte le categorie coinvolte nel mondo della scuola: docenti precari e di ruolo di ogni ordine e grado, educatori, studenti, personale ATA e in particolare i facenti funzione DSGA».

 

PIATTAFORMA RIVENDICATIVA

  1. Abolire definitivamente la distinzione tra organico di fatto e organico di diritto, portando in tal modo tutte le supplenze fino al termine delle lezioni al 31 agosto. Pubblicare la quantità di posti vacanti sulle classi di concorso e sostegno, così da permettere un corretto reclutamento già a partire dall’anno scolastico 2020/2021 sulla base delle nuove graduatorie provinciali.
  2. Prevedere – in subordine all’assunzione dei vincitori dei concorsi 2016 e 2018 e dei docenti inseriti nelle GAE (graduatorie ad esaurimento) – l’assunzione dei docenti precari per la copertura di tutti i posti vacanti attraverso la costituzione di graduatorie provinciali permanenti per docenti precari con almeno 2 anni di servizio (come in tutte le Pubbliche amministrazioni e aziende) su materia e/o sostegno svolti negli ultimi dieci anni nel sistema scolastico nazionale (statale e IeFP). Questo in ottemperanza alla direttiva europea n. 70/1999. Le graduatorie terranno conto dei titoli culturali e dei titoli di servizio e saranno finalizzate alle assunzioni a tempo indeterminato fino all’esaurimento delle stesse.
  3. Successivamente all’attivazione di tale procedura di assunzione, garantire l’abilitazione attraverso un Percorso Abilitante a carico dello Stato – specifico per la Classe di concorso oppure per il Sostegno – da svolgersi durante il primo anno di ruolo. Tale percorso dovrà essere formativo con il supporto di un tutor e prevedere un colloquio finale e l’elaborazione di un’UDA (unità didattica di apprendimento).
  4. Per i docenti precari che non hanno ancora maturato i 3 anni di servizio, prevedere lo stesso percorso di stabilizzazione al compimento del terzo anno di insegnamento. Per gli aspiranti docenti che invece non hanno maturato servizio e che siano in possesso di un titolo di studio idoneo all’insegnamento conseguito nelle Università, nei Conservatori e nelle Accademie, individuare un percorso post-laurea abilitante, cioè un percorso formativo per l’acquisizione di competenze teoriche e pratiche e prova finale attraverso la redazione di un’UDA, con conseguente immissione in ruolo.
  5. Per la categoria dei precari AFAM, definizione di tutto il comparto e dell’idoneità all’insegnamento del vecchio e nuovo ordinamento. Assunzione straordinaria secondo quanto riportato nei punti precedenti.
  6. Prevedere un piano straordinario di assunzioni e internalizzazioni anche di tutto il personale ATA, dei DSGA facenti funzione e degli educatori, questi ultimi presso gli enti locali.
  7. Garantire prioritariamente la parità di trattamento economico e giuridico tra docenti di ruolo e precari. Garantire a tutto il personale del comparto scuola un aumento salariale significativo, in modo da allineare gli stipendi del settore agli standard europei. Gli aumenti dovranno andare ben oltre il semplice recupero del potere di acquisto (inflazione) ed essere calcolati sulla quota base dello stipendio (validi quindi anche ai fini di tutte le componenti indirette e derivate).
  8. Abolizione dei blocchi, triennale e quinquennale, per tutte le categorie dei neoassunti.
  9. Misure contro lo sfruttamento operato dall’alternanza Scuola-Lavoro (PCTO) che impiega studenti come manodopera gratuita e abitua le giovani generazioni al lavoro non pagato, preparandole a diventare un enorme esercito di riserva composto da altri precari e disoccupati, a scapito di tutto il mondo del lavoro.
  10. Per il bene della scuola pubblica, chiediamo di bloccare il progetto dell’autonomia differenziata. Programmi su base regionale porterebbero più diseguaglianze sul piano dell’inquadramento contrattuale del personale e conseguente disarticolazione del CCNL, salari e forme di reclutamento differenziate, nonché forme di finanziamento differenti alle scuole, allungamento della giornata lavorativa per i docenti con riduzione del personale, sfruttamento dei precari con condizioni peggiorative.
  11. Adeguati finanziamenti alla scuola pubblica per permettere un piano di ristrutturazione degli edifici scolastici e l’aumento del personale, per evitare la costituzione di classi pollaio e il conseguente peggioramento del livello di convivenza e formazione degli studenti e della salute degli stessi insegnanti.
  12. Scioglimento della riserva dei docenti in ruolo sui posti già occupati in modo da utilizzare il concorso straordinario come canale di stabilizzazione del precariato nella scuola primaria e dell’infanzia (sia col diploma che con la laurea).

 

Per rimettere al centro della spesa pubblica i lavoratori e i diritti universali come istruzione e sanità, occorre far ripartire in tutto il Paese una mobilitazione generale continua. In tutte le città è necessario che i lavoratori della conoscenza, a partire dai precari, costituiscano comitati e coordinamenti di lotta democratici, aperti ma indipendenti. Occorre discutere e decidere una piattaforma di lotta nazionale, che sia espressione diretta dei lavoratori e delle loro rivendicazioni. Lanciamo la mobilitazione permanente in tutte le sue forme democratiche: presidi, cortei, flash-mob, controinformazione sui social, fino allo sciopero generale di tutta la categoria. Chiediamo l’attivazione delle RSU nelle scuole per favorire e organizzare insieme la mobilitazione dei precari. Ci rivolgiamo anche alle organizzazioni sindacali firmatarie dell’accordo affinché contrastino l’applicazione di questo decreto e rilancino la mobilitazione per la STABILIZZAZIONE DI TUTTI I PRECARI PRESENTI NELLE GRADUATORIE PROVINCIALI DI ISTITUTO. Chiediamo che tutte le realtà sindacali, i partiti, le associazioni e i collettivi appoggino le nostre rivendicazioni e sostengano attivamente la mobilitazione

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Il Giornale di Udine

Eredi morali del “Giornale di Udine” fondato nel 1866 da Pacifico Valussi.

Responsabile culturale dott. Stefano Salmè, nato a Udine, iscritto all’ordine dei giornalisti dal 2002. Collaboratori: dott.ssa Stefania Toffoli, prof.ssa Alessandra Pagnutti, Simonetta Vicario, Giulia Peres, Daniele Bulfone

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