Dopo la sanità, il cdx punta a regionalizzare e privatizzare la scuola in Fvg

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L’assessore regionale all’Istruzione Alessia Rosolen, una fedelissima del governatore Fedriga, ha annunciato trionfalmente che la “Commissione paritetica Stato-Regione” (i cui componenti sono a maggioranza di centrodestra) ha approvato una norma di attuazione per la “regionalizzazione” della scuola in Fvg: “L’approvazione della norma di attuazione della regionalizzazione della scuola da parte della Commissione paritetica è un passaggio decisivo che consente ora l’avvio dell’istruttoria finalizzata a raccogliere i pareri dei Ministeri competenti e ottenere quindi l’approvazione finale da parte del Consiglio dei ministri”.
Dopo la strisciante privatizzazione e regionalizzazione della sanità (Salute) con i risultati che i cittadini stanno pagando sulla propria pelle in questa pandemia, il centrodestra (compreso un partito che si definisce nazionale come Fratelli d’Italia) continua lungo la strada della divisione strisciante del Paese, facendo un balzo in avanti sulla “regionalizzazione e privatizzazione” della scuola in Fvg.
Come ha denunciato il “Comitato per il ritiro di qualunque autonomia differenziata” (presente anche a Udine e Trieste), “Sottrarre la scuola, la salute, le infrastrutture, l’ambiente, la ricerca scientifica, la tutela dei beni culturali alla legislazione –  e quindi alla garanzia del controllo – statali per assegnarle alle Regioni,  significa di fatto determinare diritti e cittadinanza sulla base della residenza; vuol dire trasformare definitivamente il pubblico in privato; significa, dopo il “prima gli italiani”, aprire alla mortificante deriva del “prima i più ricchi“.
Con la giustificazione stantia della “diversità linguistica” (come ci ha insegnato la pandemia c’è sempre un buon motivo per togliere i diritti ai cittadini), la Lega prosegue su una china che sembrava aver abbandonato con la trasformazione “nazionale”. La cosa appare ancora più indicativa per tutti gli altri partiti che, a parole, dicono di voler difendere una scuola “pubblica e nazionale” ma che poi, per ragioni di opportunità politica, accettano questa deriva localistica.

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Il Giornale di Udine

Eredi morali del “Giornale di Udine” fondato nel 1866 da Pacifico Valussi.

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