A distanza di una settimana il numero dei partecipanti è diminuito (ieri in piazza c’erano circa mille manifestanti) ma forse, la valenza politica dell’evento di ieri è stata maggiore rispetto alla risposta emotiva della scorsa settimana. Cominciano ad intravedersi i lineamenti di un movimento popolare che va aldilà dell’etichetta “no-vax”, appiccicata dai giornali di sistema alle proteste popolari di questo anno e mezzo. Il riferimento esplicito al professore Giusepe De Donno, suicidatosi dopo una vera e propria gogna mediatica e professionale, indica alcuni punti di riferimento culturale dei cosidetti “No Green Pass” (tra cui moltissimi vaccinati): l’idea cioè di una scienza pubblica al servizio esclusivo del popolo e non inquinata dalla corruzione e dagli interessi delle multinazionali. I riferimenti a Primo Levi e Gandhi, fissano i paletti libertari dei manifestanti, che, a dispetto della maggioranza silenziosa (troppo), comprendono il valore terribile del “precedente” creatosi con il “lasciapassare verde” (le stesse accuse mosse dai filosofi Cacciari e Agamben).
I manifestanti dopo aver sostato in piazza Libertà hanno dato vita a un corteo spontaneo lungo via Mercatovecchio, ricevendo diversi applausi dai cittadini che affollavano i locali della via. La forza di questo “popolo” nato sulla base della resistenza alle tante restrizioni alle libertà e agli “strappi” alle libertà costituzionali fatti a suon di Dpcm, è la trasversalità politica e il rifiuto dei partiti di sistema. Una sfida a dei partiti che, sebbene continuino a recitare finte posizioni diverse, costituiscono un unico sistema di potere:
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