Il comune di Udine paga 7.500 euro per un’adozione internazionale

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La richiesta dei buoni spesa alimentari ha scattato una fotografia precisa del disagio economico in città. Sono state ben 2419 le famiglie udinesi che li hanno richiesti. Circa il 10% della popolazione udinese è quindi sotto la soglia di povertà e il Comune di Udine non ha ancora fatto nulla per loro, considerando che i 526.000 euro dei buoni spesa arrivavano dal governo centrale.

Tutti gli operatori economici si aspettano un autunno particolarmente difficile: il reddito di emergenza coprirà malamente le esigenze primarie della fascia di popolazione più fragile dal punto di vista economico fino a settembre e nello stesso mese scadranno molti “redditi di cittadinanza” (che hanno una durata massima di 18 mesi). La cassa integrazione per i lavoratori non potrà essere prolungata all’infinito e dal quel momento scatteranno inevitabili i licenziamenti in molte aziende.

In tutto questo contesto Il Giornale di Udine ha più volte denunciato le incredibili “destinazione d’uso” di molte determine di spesa del nostro comune, che, invece di orientare tutte le risorse disponibili verso le esigenze primarie di famiglie e imprese, continua a dilapidare risorse pubbliche come se la tempesta economica post Covid 19 non ci avesse colpito.

E’ questo il caso di una determina dei Servizi sociale del comune di Udine che assegna un contributo di 7.500 euro al sig. M.C. per il “sostegno degli oneri derivanti dalle procedure di adozione internazionale”.

Nulla ovviamente contro il signore in questione, ma i dubbi non possono che essere molti: le adozioni internazionale (molto dispendiose) sono una libera scelta della famiglia, ma per quale motivo i costi di questa scelta volontaria dovrebbero ricadere sulla collettività? In secondo luogo sorge la domanda spontanea su quali siano i criteri con cui vengono selezionate le famiglie fortunate che riescono a ricevere un contributo economico dal comune, mentre altre continuano a bussare alla porta del comune.

Ma ovviamente la questione più importante riguarda la necessità di ogni amministrazione di individuare delle priorità nella propria azione di governo: con circa 10.000 cittadini udinesi sotto la soglia di povertà, appare stridente la concessione di un contributo di 7.500 euro ad una sola persona per un’adozione internazionale, mentre centinaia di udinesi sono costretti ad un’umiliante e settimanale questua presso gli inadeguati assistenti sociali del comune, per coprire il costo delle bollette del gas o dela luce. E’ questa l’equità dei nostri amministratori?

Stefano Salmè

IN ALLEGATO LA DETERMINA IN OGGETTO

DETERMINA[1.0](14)

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Il Giornale di Udine

Eredi morali del “Giornale di Udine” fondato nel 1866 da Pacifico Valussi.

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