Il parlamento UE vieta la videosorveglianza con riconoscimento facciale

Il parlamento europeo ha votato una risoluzione, approvata da 377 deputati (248 contrari e 62 astenuti) che vieta il riconoscimento facciale negli spazi pubblici. Il parlamento UE avverte del pericolo che l’uso degli algoritmi nelle applicazioni dell’intelligenza artificiale potrebbero causare e chiedono che sia garantita la “supervisione umana e un quadro giuridico per prevenire discriminazioni”. E’ evidente che questo passaggio risente del cambiamento d’umore della popolazione, molto più attenta alle proprie libertà individuali, dopo aver toccato con mano in questa pandemia, quanto la tecnologia possa essere usata contro le libertà individuali, a scapito degli oligopoli che la controllano.
Secondo il parlamento europeo, le persone monitorate attraverso i sistemi alimentati da programmi di intelligenza artificiale, dovranno aver accesso a ricorsi. Gli eurodeputati chiedono anche di vietare le banche dati private di riconoscimento facciale , la polizia comportamentale e il sistema di punteggio sociale (già operativo in Cina e a Singapore) e dicono no all’uso del riconoscimento facciale per il controllo delle frontiere o negli spazi pubblici.
La scelta dell’assemblea di Bruxelles potrebbe far tornare indietro anche l’amministrazione comunale udinese, che ha appena dichiarato di voler procedere all’acquisto di 67 impianti di video-sorveglianza in grado di procedere al riconoscimento facciale. Udine sarebbe quindi pioniera in Italia, nell’applicare un sistema di sorveglianza di massa stile cinese.