“Impossibilitati a tornare a casa”. I migranti “minori” mantenuti anche da maggiorenni

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In più occasioni abbiamo dimostrato che c’è una corresponsabilità tra Stato e Comune nella scelta di ospitare i migranti minori. Ma quando poi questi minori raggiungono la maggiore età, ogni giustificazione viene a cadere e la scelta dell’amministrazione comunale diventa evidente e oggettiva.

La determina che portiamo alla conoscenza dei cittadini udinesi, riguarda una fattura da saldare all’Istituto Bearzi (dove tra l’altro insegna il braccio destro dei sindaco, Giovanni Govetto) per l’accoglienza di due neo-maggiorenni per due mesi. L’importo trattato è piccolo, ma è quello che si trova nella determina comunale che è invece rivelatore.

Aldilà quindi della determina in questione, veniamo a sapere che l’amministrazione comunale decide di continuare a mantenere per un altro anno, quei migranti che, arrivati minorenni, hanno raggiunto la maggiore età. Di più, l’amministrazione Fontanini vorrebbe anche farci credere che la ragione di questa decisione, è rappresentata dal fatto che, a causa del Covid, i migranti sono “impossibilitati a tornare nelle loro case“. Cioè gli udinesi dovrebbero credere al fatto che questi “ragazzi” che avevano trovato il modo di entrare illegalmente in Italia, non abbiano ora la possibilità di fare il viaggio a ritroso, tra l’altro con l’ausilio dello Stato.

Copyright di questa storiella, la nostra amministrazione comunale. Chapeau!

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Il Giornale di Udine

Eredi morali del “Giornale di Udine” fondato nel 1866 da Pacifico Valussi.

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