E’ un primo maggio mesto quello che si ricorda oggi. Piazze vuote, niente comizi ne tantomeno concerti. L’emergenza coronavirus allenta la sua presa sugli ospedali e si intravedono già i segni di quella economica e sociale che arriverà nei prossimi mesi.
Con le aziende chiuse (dal 4 maggio molte riapriranno ma non a pieno regime) la cassa integrazione ordinaria e quella in deroga sono il principale ammortizzatore sociale del nostro paese. Con una differenza, mentre quella ordinaria viene gestitia direttamente dall’Inps, quella in deroga (che riguarda i dipendenti delle micro e piccole imprese) per essere erogata necessita dell’autorizzazione della Regione.
In Friuli Venezia Giulia le domande di CIG (Cassa integrazione in deroga) pervenute in regione sono state 7909 e la Regione Fvg, ad oggi, ne ha autorizzate soltanto 898 (dati gruppo regionale M5s).
L’assessore regionale Alessia Rosolen, rispondendo ad un’interrogazione sull’argomento, ha giustificato l’incredibile inefficienza regionale, affermando che le istruttorie inizialmente erano affidate a soli quattro dipendenti part time e che solo in un secondo momento l’ufficio è stato rimpinguato con altri 13 dipendenti.
E’ la regione la vera responsabile dell’enorme ritardo nell’erogazione della cassa integrazione in deroga, anche se molti cittadini non ne sono consapevoli, essendo difficile districarsi nei meandri delle diverse competenze tra Stato, Regioni ed Enti Locali.