Madri ucraine surrogate, chi controlla i parti in Friuli?

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In Ucraina esiste da anni un fiorente mercato di vendita di uteri in affitto. In tempi di conflitti bellici varie cliniche che si sono specializzate in parti surrogati con donne che si fanno pagare per realizzare i sogni di molti europei, alcune strutture si sono precipitate a diramare sui social video e immagini di gestazioni portate avanti nei bunker e nei rifugi, in modo da tranquillizzare gli acquirenti investitori. Il quotidiano La Verità ha scoperchiato questa realtà, commentando i video recentissimi diffusi su Youtube dalla clinica ucraina Biotexcom, fra le più ‘quotate’, visibili ai seguenti link dai titoli inequivocabili: Work of Biotexcom in the conditions of war(https://www.youtube.com/watch?v=RntogcK9m4M); riparo per i neonati (https://www.youtube.com/watch?v=cBA-FBTslxA).

Guardando i fotogrammi si capisce immediatamente quanto denaro giri attorno a questo mercato, a dimostrazione che, quando di mezzo ci sono i soldi di coppie profumatamente paganti (sul sito della clinica si possono trovare i pacchetti premium per i vari tentativi… oltre al book fotografico per scegliere le ‘fattrici’ in base a gusti biometrici), anche sotto le bombe e i missili si riescono a trovare ripari first class ed un’organizzazione di tipo ‘militare’ per trovare ripari a queste ‘lavoratrici’.

Ci si potrebbe domandare quale sia il collegamento fra questa clinica leader a Kiev e il nostro territorio italiano. Ebbene, analizzando il sito della Biotexcom si scopre che ci sono almeno cinque centri convenzionati in varie regioni d’Italia, a dimostrazione del fatto che anche il nostro Paese è canale di transito degli interessi in questo settore, con tanto di rimborso dal costo totale della prima visita eseguita da noi. Ma come? In Italia la pratica dell’utero in affitto è vietata dalla legge 40 del 2004 che punisce la “commercializzazione di gameti o embrioni e la surrogazione della maternità”. A nulla serve l’avviso in rosso sul sito della clinica in cui si ricorda ciò che è ammesso nel nostro paese… (più una formalità ovviamente che un’effettiva rispondenza nella pratica). Alla luce di quanto sta accadendo e dell’arrivo anche di donne che partoriscono nei nostri ospedali, compresi quelli in Friuli, principale terra di passaggio dalla Slovenia, qualcuno dovrebbe come minimo verificare e tracciare il destino di questi neonati. Siamo sicuri che qualcuno di questi parti in suolo italico in realtà non vada ad alimentare il mercato degli uteri in affitto? Il quesito è più che legittimo.

Anziché postare foto di donne ucraine che danno alla luce i figli nei nostri ospedali e commentare sulla nostra sanità dal volto umano (alle volte più umani con gli stranieri che con gli italiani), con tanto di dichiarazioni strappalacrime di certi politici, si dovrebbe semmai vigilare effettivamente sulla destinazione di questi neonati, per scongiurare che il nostro territorio divenga terra di passaggio per neonati surrogati e traffici vietati. Nessuno vorrebbe infatti che i nostri ospedali, magari inconsapevolmente, si prestassero ad operazioni di mercato di questa natura: vi immaginate, ad esempio, per queste cliniche estere riuscire ad inviare negli ospedali occidentali le loro ‘lavoratici’ gestanti in modo che ricevano tutte le attenzioni, oltre che le attrezzature, per un parto sicuro il cui risultato andrà a ‘rifornire’ qualche ricco pagante per quel bambino?

Sarebbe meglio magari trovare un alloggio ai tanti orfani ucraini… Ma loro non hanno il privilegio di trovare riparo in bunker di prima classe, né di avere dei collegamenti speciali per trovare un tetto in Occidente. Infatti, sono ancora quasi tutti dimenticati sotto le bombe. Gli orfani dimenticati non alimentano alcun mercato fiorente.

Irene Giurovich

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Il Giornale di Udine

Eredi morali del “Giornale di Udine” fondato nel 1866 da Pacifico Valussi.

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