Presentato a Udine l’umanoide Robee. Ha già “imparato” a mentire

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Sembra uscito dalla scena di un film, il nuovo umanoide di nome Robee, presentato a Udine, nell’azienda di Confindustria Udine, dall’azienda brianzola Oversonic.

Il fondatore dell’azienda (CEO e Founder per gli snob), Paolo Denti, lo ha presentato come l’esempio delle caratteristiche che dovrà avere l’Industria 5.0, un ambiente fortemente robotizzato dove gli uomini saranno sempre più affiancati dagli umanoidi. Uno sviluppo inquietante ovviamente e di questo i primi ad esserne consapevoli sono proprio i produttori.

Gli sviluppatori di Robee si sono premurati di programmarlo in modo tale da essere pronto a rispondere alle preoccupazioni degli umani: “La convivenza e la collaborazione tra uomini e robot sono già una realtà in molte aree della vita moderna, come la produzione industriale, la ricerca scientifica, l’assistenza sanitaria e l’ambiente domestico. Sono una macchina, ma questo non significa che sia migliore di un essere umano. Il mio compito è collaborare con gli esseri umani e non sostituirli“. Una menzogna ovviamente, perchè il futuro di Robee (e delle sue evoluzioni) sarà proprio quello di sostituire gli uomini in molte mansioni. Questo è sempre accaduto con tutte le nuove tecnologie. Non si può però imputare a Robee di essere un novello Pinocchio, per la semplice ragione che non possiede una coscienza e la sua voce umanoide ripete a pappagallo quello che i suoi sviluppatori hanno deciso (o meglio i proprietari), consci delle preoccupazioni di larghi strati della società.

Robee incalza e nel suo lavoro di ventriloquo dei suoi proprietari prova ulteriormente a rassicurare: “Voi umani dovreste avere paura dei robot? La tecnologia stessa non è buona né cattiva, ma piuttosto dipende dal modo in cui viene utilizzata. Capisco la vostra preoccupazione, ma lo scopo per cui sono stato creato è quello di aiutare e supportare gli umani nei lavori pericolosi e rischiosi, con l’obiettivo di massimizzare i benefici per l’umanità. I miei sensori avanzati e i protocolli di sicurezza mi permettono di operare in modo sicuro negli ambienti lavorativi per cui sono stato creato”.

L’affermazione si porta con sè una serie di passaggi che possono essere condivisi: è vero che la tecnologia è neutra e dipende dal suo utilizzo e che gli umanoidi saranno utilizzati nei lavori pericolosi, salvaguardando la vita umana. E’ altrettanto vero che a fronte della perdita certa di moltissimi (un esercito in prospettiva) posti di lavoro, si potrebbero crearne dei nuovi proprio nella gestione e nel controllo di questi umanoidi.

Come sempre quindi pericoli e opportunità. Il punto centrale è però quello toccato dalla vice-presidente di Confindustria Udine, Anna Mareschi Danieli, rispetto all’ineludibilità di quella che è stata appunto definita “Industria 5.0”: “L’automazione nell’industria è un must per le aziende. Se prima il mondo si divideva tra chi sosteneva questa ondata di cambiamento e chi no, oggi la distinzione è tra chi fa parte di questo cambiamento e chi no. Si tratta dunque di una questione di competitività perché l’automazione ha come obiettivo principe quello di aumentare l’efficienza e di ridurre i costi”. 

L’affermazione manichea della Mareschi Danieli nasconde un’intenzione, nemmeno troppo nascosta, maturata nel corso degli ultimi decenni dalle èlites occidentali globaliste, il sogno del transumanesimo. Una vera e propria filosofia capace di superare i “difetti” tipici degli uomini. Un mondo dove una piccola oligarchia economica, supportata dagli umanoidi e dall’intelligenza artificiale, può svincolarsi dal resto dell’Umanità con tutti i relativi retaggi storici, culturali, religiosi, considerati un limite al progresso del transumanesimo.

Un disegno quasi faustiano ma la sfida è questa. Anche Robee, un giorno, dovrà decidere se “stare con il popolo” o con quella che si prospetta come una nuova forma di tirannia dell’oro.

Stefano l’Italico

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Il Giornale di Udine

Eredi morali del “Giornale di Udine” fondato nel 1866 da Pacifico Valussi.

Responsabile culturale dott. Stefano Salmè, nato a Udine, iscritto all’ordine dei giornalisti dal 2002. Collaboratori: dott.ssa Stefania Toffoli, prof.ssa Alessandra Pagnutti, Simonetta Vicario, Giulia Peres, Daniele Bulfone

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