Resti di un edificio di epoca romana da Paludo di Latisana

Condividi su:

Facebook
Twitter
Telegram
WhatsApp
Email

Nel Comune di Latisana, durante gli interventi di manutenzione volti alla mitigazione
del rischio idraulico lungo il Canale Latisanotta, sono stati rinvenuti resti archeologici riferibili a un edificio di epoca romana lungo il tratto meridionale della sponda ovest del canale.
I lavori, condotti dal Consorzio di Bonifica della Pianura Friulana e finanziati dalla Protezione civile, si sono svolti in coordinamento con le indagini archeologiche eseguite dalla ditta CORA Società Archeologica s.r.l. sotto la direzione scientifica del funzionario archeologo Giorgia Musina per la Soprintendenza Archeologia, belle arti e paesaggio del Friuli Venezia Giulia.
La scoperta di un’area archeologicamente significativa, di cui finora si ignorava l’esistenza, è stata possibile grazie alla realizzazione di indagini preventive che hanno previsto
l’esecuzione di carotaggi manuali, sondaggi di approfondimento e la sorveglianza in
fase di scavo con mezzo meccanico.
Il sito, localizzato nei pressi di un antico corso d’acqua individuato nel corso delle indagini a poche centinaia di metri a sud rispetto al percorso della romana via Annia, si colloca all’interno di un’area densamente occupata in età storica.
Un approfondimento stratigrafico di dimensioni circoscritte richiesto dalla Soprintendenza e accordato dal Consorzio di Bonifica, resosi necessario per documentare il contesto archeologico rinvenuto, ha messo in luce i resti di un edificio d’epoca romana i cui limiti esatti non sono ancora noti, ma del quale si sono individuati almeno due ambienti.
Delle strutture originarie si conservano solamente le fondazioni costituite prevalentemente da frammenti di grandi dimensioni di tegole disposte di taglio e di frammenti d’anfora posti a diretto contatto col substrato argilloso naturale. “Il Consorzio di Bonifica Pianura Friulana -evidenzia la Presidente dell’ente Rosanna Clocchiatti- ha fornito il proprio supporto per valorizzare i reperti rinvenuti nel corso dei lavori, nell’ambito di un percorso di collaborazione con la Soprintendenza, che consente di coniugare le tempistiche di realizzazione delle opere pubbliche con la salvaguardia e valorizzazione del patrimonio archeologico”.
Lo studio dei materiali rinvenuti nei livelli scavati, attualmente conservati nel deposito della sede di Trieste della Soprintendenza, permetterà di circoscrivere la datazione del contesto individuato.
L’analisi preliminare dei reperti, costituiti da frammenti di anfore e di contenitori in ceramica grezza, comune e a impasto grigio, e da una fibula in bronzo, suggeriscono che l’edificio fosse stato occupato per un lungo periodo di tempo compreso tra la prima età romana imperiale (I-II sec. d.C.) fino al periodo tardoantico-altomedievale (V-VI sec. d.C.). L’ipotesi di una destinazione ad uso abitativo è rafforzata dalla presenza costante di ceramica sia da mensa che da cucina.
Al termine dello scavo archeologico di approfondimento sono ripresi i lavori di sistemazione del Canale Latisanotta, che si stanno svolgendo sotto la sorveglianza archeologica al fine di garantire un controllo continuo e immediato della possibile presenza di ulteriori depositi archeologici.

avatar

Il Giornale di Udine

Eredi morali del “Giornale di Udine” fondato nel 1866 da Pacifico Valussi.

Responsabile culturale dott. Stefano Salmè, nato a Udine, iscritto all’ordine dei giornalisti dal 2002. Collaboratori: dott.ssa Stefania Toffoli, prof.ssa Alessandra Pagnutti, Simonetta Vicario, Giulia Peres, Daniele Bulfone

Vuoi ricevere gli aggiornamenti in tempo reale?

Seguici la nostra pagina Facebook e attiva le notifiche.
Facebook
Twitter
LinkedIn
Telegram
WhatsApp
Email