Salmè: “sulla nuova moschea decidano i cittadini udinesi con un referendum”

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Se il 10 giugno non avessi scoperchiato il caso dell’autorizzazione della nuova moschea in via Marano Lagunare, i cittadini si sarebbero trovati all’oscuro di fronte ad una decisione che avrà effetti dirompenti per i prossimi decenni.

La reazione dell’assessore competente Alessandro Ciani e del capogruppo di Fdi, Luca Vidoni, è del tipo “io non c’ero e se c’ero non ho visto”. Reazioni che ci danno l’esatta fotografia dello stato di salute amministrativa della città.

Dopo anni di lotte contro “l’invasione islamica”, appena arrivati al potere, i due cercano goffamente di derubricare la questione ad un mero fatto “tecnico”, al massimo da “spiegare ai cittadini”. Invece l’autorizzazione della nuova moschea ha un’enorme valenza politica e culturale.

Politica perché gli amministratori della città prima di autorizzare la moschea, dovevano pretendere l’assoluta trasparenza rispetto alla provenienza dei 400.000 euro utilizzati per l’acquisto dell’immobile di via Marano Lagunare, a cui bisogna aggiungere le centinaia di migliaia di euro che serviranno per la sua ristrutturazione. Troppo spesso in Italia ed in Europa sono affluiti finanziamenti esteri che poi hanno finito per condizionare la linea di indirizzo dell’insegnamento religioso.

Come tutti sanno poi le diverse faglie religiose islamiche (sunniti e sciti) non riconoscono un’autorità unica religiosa. Questo ha portato (ma è solo uno tra i motivi) all’impossibilità di firmare un Concordato con lo Stato italiano. In assenza di questo ci poniamo una domanda: l’associazione “Centro misericordia e solidarietà” sarà esentata dal pagamento dell’IMU come avviene per tutti i luoghi di “culto”? Bisogna considerare anche che all’interno della nuova moschea è stata autorizzata anche dell’attività commerciale.

Ma vi è poi una gigantesca questione politica: nessuno può negare, nemmeno gli smemorati Ciani e Vidoni, che la maggioranza che esprime il sindaco Fontanini, si sia espressa con chiarezza in campagna elettorale contro la costruzione della moschea. La stessa Lega, in tutta Italia, ha presentato leggi regionali (vedi Lombardia) per vincolare la nascita di nuovi luoghi di culto a precisi vincoli urbanistici e architettonici. L’autorizzazione della nuova moschea è quindi innegabilmente l’ennesimo tradimento rispetto agli impegni presi con i cittadini.

Appare a noi evidente che la localizzazione della nuova moschea sia incompatibile con le esigenze della popolazione udinese residente. A questo proposito riteniamo che sia opportuno che sulla scelta urbanistica e sulla localizzazione della moschea, sia chiamata a referendum l’intera cittadinanza udinese.

Stefano Salmè

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Il Giornale di Udine

Eredi morali del “Giornale di Udine” fondato nel 1866 da Pacifico Valussi.

Responsabile culturale dott. Stefano Salmè, nato a Udine, iscritto all’ordine dei giornalisti dal 2002. Collaboratori: dott.ssa Stefania Toffoli, prof.ssa Alessandra Pagnutti, Simonetta Vicario, Giulia Peres, Daniele Bulfone

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