Nell’ottobre del 2018 l’assessore alla sicurezza Alessandro Ciani si era presentato con un discreto codazzo di giornalisti, a immortalare la messa in sicurezza dell’edificio abbandonato sito sulla strada comunale Bariglaria, luogo privilegiato di clandestini e di spacciatori.
In quella occasione l’assessore di Fontanini promise che l’immobile sarebbe stato “messo in sicurezza”.
A distanza di quasi tre anni, il locale è di nuovo ritrovo di migranti che, a detta di molte segnalazioni, arrivano alle prime ore della sera e lo utilizzano come luogo di spaccio. Un grande spaccio a cielo aperto che ironicamente i cittadini hanno ribattezzato “Kabul House”.
Impossibile verificare quello che, a detta di molti, appare una certezza e cioè il fatto che proprio all’interno della casa e tra la boscaglia intorno, venga nascosta la droga.
A prescindere dalla questione riguardante lo spaccio, la presenza di migranti, probabilmente clandestini, in quella casa, preoccupa non poco i numerosi frequentatori della ciclopedonale che dal quartiere Di Giusto finisce in via Bariglaria. La ciclopedonale è percorsa da molti runner, uomini e donne, anche di sera e non è difficile, per chi conosce la zona, comprendere la preoccupazione dei cittadini.
“All’amministrazione comunale delle periferie e in particolare di Udine est, non frega assolutamente niente. Neanche conoscono i nostri quartieri”, è il commento lapidario di Milena Pividore, storica residente del quartiere Di Giusto.
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