Ungheria senza Green Pass e senza mascherine ma (quasi) “Covid free”

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La tanto vituperata Ungheria, quella continuamente messa sotto pressione dalla Commissione Europea e accusata di “violare i diritti civili”, perchè in realtà non intende piegarsi ai diktat franco-tedeschi, è in una situazione epidemiologica e sociale molto migliore di quella italiana e degli altri maggiori paesi europei.
Nel nostro Paese tutto è condizionato da sanzioni e obblighi, espliciti o surrettizi (come il Green Pass), dove a quasi il 30% della popolazione viene negato l’accesso, non solo nei luoghi della socialità, ma perfino negli ospedali per andare a trovare i propri cari. Le immagini di questi giorni, postate sui social, ci raccontano l’umiliazione di migliaia di lavoratori costretti a mangiare per strada perchè gli è precluso l’accesso alle mense. Dopo un anno di restrizioni continuano a rimanere chiuse le discoteche e il ballo viene vietato addirittura nei luoghi di allietamento all’aperto. Medici e operatori sanitari non vaccinati vengono sospesi dal posto di lavoro e stesso destino si prepara per docenti e personale scolastico. Lo Stato mette pressione ai genitori affinchè vaccinino i loro figli minori e già si mettono nel mirino i bambini fino ai sei anni di età. Tutta l’informazione ufficiale sui dati epidemiologici italiani è opaca e talvolta anche reticente.
Guardando lo scenario di casa nostra, colpisce verificare che, in Ungheria, a fronte di una campagna vaccinale leggermente più indietro di quella italiana, i dati epidemiologici siano nettamente migliori e che l’Ungheria, dall’inizio di luglio ha eliminato l’obbligo della mascherina tanto nei luoghi all’aperto come in quelli al chiuso (con l’eccezione degli ospedali), come pure il Green Pass. Un paese quindi dove le libertà individuali vengono rispettate ben di più che nel resto del Continente.
Ma vediamo la situzione Covid in Ungheria.
Nell’ultima settimana il paese magiaro ha avuto una media di 76 nuovi casi di positività al giorno

Considerato che la popolazione ungherese è di circa 10 milioni (9,773 milioni) e che quindi il rapporto con l’Italia è di 1/6, il confronto con l’Italia, che vanta una popolazione vaccinata maggiore, è impietoso per il Belpaese. I 76 casi di nuovi contagiati, equivarrebbero in Italia a circa 500 nuovi casi di media settimanale. Invece…

Ma i virologi italiani ci hanno spiegato sin dall’inizio che la vaccinazione aiuta a prevenire soprattutto ricoveri e decessi. E allora vediamo la situazione in Ungheria e in Italia per fare un paragone.
Partiamo innanzitutto dal dato sulla popolazione vaccinata che vede, appunto come dicevamo, il paese magiaro indietro rispetto al Belpaese:


Eppure questo dato, unito alle quasi assenti restrizioni presenti in Ungheria, non ha affatto pesato sul dato dei ricoveri e dei decessi:


Il dato è particolarmente impietoso per l’Italia proprio sulle terapie intensive, che sono il termometro principale dell'”emergenza ospedaliera”. Nessun ricoverato in Ungheria a fronte dei 351 in Italia.
Sul fronte dei decessi il quadro non cambia:


Una situazione quella italiana assolutamente sotto controllo, ma non paragonabile alla situazione ungherese, nettamente migliore su tutti i fronti.
I nostri esperti ovviamente direbbero che un solo confronto non può bastare a spiegare alcunchè, che gli ungheresi godono dell’aria pulita del Danubio, analogamente spiegherebbero che la migliore situazione in Svezia dipenda dal fatto che gli svedesi sono tutti alti e biondi. La verità è che le restrizioni alle principali libertà dei cittadini non hanno garantito risultati migliori rispetto ai paesi che hanno puntato sulla responsabilità delle persone. Sembra anzi di poter affermare che gli effetti depressivi e psicologici delle gravi restrizioni (dal lockdown al coprifuoco) e la lunghissima privazione di vita sociale, possano avere avuto degli effetti mortali sulla salute stessa dei cittadini che si dice di voler proteggere.
In una situazione in cui nessuno può affermare di avere la verità in tasca, sarebbe però un dovere istituzionale e morale, studiare senza preconcetti gli esempi virtuosi di paesi che sono riusciti a mettere la mordacchia al virus, senza dovere calpestare i diritti delle persone e la loro dignità. Le multinazionali vedrebbero forse diminuire il loro business, ma la salute mentale e fisica degli italiani ne gioverebbe.
Dott. Stefano Salmè

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Il Giornale di Udine

Eredi morali del “Giornale di Udine” fondato nel 1866 da Pacifico Valussi.

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