Circa 200 migranti a Udine vivono in situazioni abusive. Il prefetto: “coltivano interessi presumibilmente non così leciti”

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Il degrado a Udine è palpabile. L’ondata migratoria della rotta balcanica è arrivata due anni fa, lasciando a Udine il ruolo di “Lampedusa del Nord”. Alla presenza di pachistani e afghani arrivati a Udine con la rotta balcanica, si è sommata la presenza di molti africani approdati al sud ma traseriti nelle caserme di Udine. Questo era inevitabile visto il ruolo politico importante ivestito nel PD nazionale dalla governatrice Debora Serracchiani. Le scelte fatte dai governi targati PD, non avrebbeo ceto potuto essere ignorate da una delle principali collaboratrici di Matteo Renzi. Dopo due anni, numerosi profughi economici hanno concluso il periodo legato al loro status, altri hanno visto respinta la popria domanda di protezione internazionale. La pacchia deve essere però talmente piaciuta agli ospiti migranti, che non sembrano affatto disposti a tornasene a casa, o a trasferirisi in altri paesi europei. Ecco che sono sorti qua e là per la città, accampamenti abusivi di migranti. Alcuni di questi, come l’ex chiosco dei fiori del cimitero, sono passati agli onori della cronaca, ma altri ben più pericolosi, prolificano nella periferia udinese. E’ il caso di un immobile degradato alle spalle del quartiere Di Giusto, o di accampamenti improvvisati nel parco del Torre. Singolare la presenza tollerata di una tenda piazzata in mezzo al paco Moretti.

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Il Giornale di Udine

Eredi morali del “Giornale di Udine” fondato nel 1866 da Pacifico Valussi.

Responsabile culturale dott. Stefano Salmè, nato a Udine, iscritto all’ordine dei giornalisti dal 2002. Collaboratori: dott.ssa Stefania Toffoli, prof.ssa Alessandra Pagnutti, Simonetta Vicario, Giulia Peres, Daniele Bulfone

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