Dopo il voto referendario che ha consacrato un plebiscito a favore della separazione dal Veneto e il voto favorevole al Senato della Repubblica, sembrava che si fosse arrivati al D DAY del ricongiungimento con il Friuli. Ma la reazione dei veneti è stata rabbiosa. Sia il governatore Zaia che il presidente della provincia di Belluno, hanno chiesto ai vertici dello Stato di procrastinare la decisione definitiva della Camera (di fatto il rinvio sarebbe sine die essendo a fine legislatura). Entrambi negano le ragioni storiche, culturali e linguistiche che stanno alla base delle rivendicazioni dei sappadini, sostenendo che le vere ragioni siano solo economiche e che queste scompariranno nel momento in cui il Veneto otterrà più autonomia da Roma. Ironico il commento dei sappadini: “i veneti sono per l’autodeterminazione solo quando li avvantaggia”.
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