Gli occhi della guerra. Biloslavo e Romoli a Udine attaccano il politicamente corretto

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La Notte dei lettori ha regalato al pubblico udinese un’interessante dibattito con due inviati che nelle scorse settimane hanno raccontato dal vivo la guerra russo-ucraina.

Andrea Romoli inviato “low cost” come si è definito, da ex ufficiale dell’esercito italiano, ha affermato che mai come in questa guerra, la propaganda abbia assunto un ruolo preponderante. Secondo Romoli la differenza tra i due contendenti è che mentre la propaganda del Cremlino si rivolge unicamente al popolo russo, quella ucraina è per una parte indirizzata al proprio popolo e per un altro verso alle opinioni pubbliche occidentali, per convincerle della bontà della causa della resistenza ucraina.

Ma sono stati gli interventi di Fausto Biloslavo a suscitare gli applausi più convinti del numeroso pubblico convenuto sotto la Loggia del Lionello che ospitava l’evento: Biloslavo, pur sposando la causa ucraina (a favore dell’invio di armi) e paragonandola alla resistenza dei giovani di Budapest del 1956 e alla Primavera di Praga del 1968, non ha rinunciato a criticare alcuni aspetti critici della propaganda e dell’operato del governo di Kiev. Secondo Biloslavo l’Ucraina non è in grado di vincere la guerra e la prosecuzione del conflitto potrà servire unicamente agli anglo-americani per indebolire la Russia. In questo modo però, secondo l’inviato triestino, la guerra sarà destinata a durare anni, con danni irreversibili per l’Ucraina ed enormi per l’Europa.

Anche sui presunti crimini di guerra russi, Biloslavo ha invitato ad un’estrema prudenza, considerato che è accertato che assassini a sangue freddo siano stati commessi da ambo le parti.

Gli stessi missili russi, che secondo quanto riportavano giornali e tv italiani, sarebbero stati deliberatamente lanciati su quartieri residenziali di Kiev, secondo Biloslavo sarebbero in realtà schegge dei razzi abbattuti dalla contraerea ucraina.

Addirittura su un tema caldissimo come il massacro di Bucha, l’inviato ha detto che bisognerà aspettare un’inchiesta indipendente che ad oggi non c’è stata.

Insomma se c’è un denominatore comune nel racconto dei due inviati friul-giuliani (Romoli è goriziano e Biloslavo è triestino), è quello che in tutte le guerre la prima vittima è proprio la verità.

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Il Giornale di Udine

Eredi morali del “Giornale di Udine” fondato nel 1866 da Pacifico Valussi.

Responsabile culturale dott. Stefano Salmè, nato a Udine, iscritto all’ordine dei giornalisti dal 2002. Collaboratori: dott.ssa Stefania Toffoli, prof.ssa Alessandra Pagnutti, Simonetta Vicario, Giulia Peres, Daniele Bulfone

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