Il governo Draghi aumenta i benefit ai migranti. Ogni migrante costerà 7 euro in più al giorno

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Il governo Draghi ha modificato con decreto il costo standard “pro migrante”. Durante il governo Conte 1, l’allora ministro degli Interni Matteo Salvini aveva “sforbiciato” alcuni servizi non ritenuti essenziali, arrivando ad un costo per lo Stato di 26,35 pro die per la categoria dei richiedenti asilo. Diverso e ben più alto il costo per i migranti che ottenevano lo status di rifugiati.

Oggi il ministro degli Interni, Luciana Lamorgese, con il beneplacito di tutte le forze politiche che sostengono la coalizione (quindi anche della Lega), ripristina quei benefit che erano stati tagliati: corsi di lingua italiana (che Salvini aveva previsto solo per i rifiugiati), “orientamento legale e al territorio”, materiale didattico, materiale ludico etc. Il costo così lievita a 33.47 euro pro die pro migrante, molto vicino a quei 35 euro che furono alla base della polemica politica salviniana.

Nei salotti romani è noto che esiste un accordo non dichiarato tra Draghi e Salvini sull’immigrazione. Secondo una ricostruzione che viene confermata quotidianamente dalle decisioni che vengono prese, Draghi avrebbe più o meno detto a Salvini: “Tu strepita pure sui giornali contro l’immigrazione, l’importante è che poi alla fine convergi. Questa è una delle condizioni che ci chiedono Bruxelles per darci i soldi del Recovery Fund”. E Salvini ha accettato, non solo per avere una parte importante nella gestione dei soldi europei, ma anche ed è noto a tutti, che sono in molti a volere un governo Draghi anche nella prossima legislatura. E anche se Draghi accettasse di andare al Quirinale, come vorrebbe Salvini, sarebbe sempre lui a dare le carte per la formazione del prossimo governo. Insomma principi e programmi salviniani sono “a la carte”, a seconda del momento e del luogo.

 

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Il Giornale di Udine

Eredi morali del “Giornale di Udine” fondato nel 1866 da Pacifico Valussi.

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