“Il Comune di Udine accolga e replichi l’iniziativa che sarà realizzata a Trieste, dedicando alcune “Pietre d’inciampo” ai martiri delle Foibe.
Le foibe furono uno strumento di terrore, utilizzato scientificamente dai comunisti Jugoslavi (con l’ausilio di quelli italiani), per espungere la popolazione italiana da terre che erano italiane da secoli.
Ma lo stesso Friuli fu teatro di eccidi e di “fosse comuni” da parte dei partigiani comunisti inquadrati nel IX Corpus sloveno. Dalla strage dei carabinieri di Malga Bala, ai deportati ed infoibati goriziani, fino alla fossa comune di Stremiz, il Friuli orientale è disseminato di “foibe”.
La città di Udine fu poi luogo di accoglienza per migliaia di fratelli istriani, fiumani e dalmati, scappati dalle loro regioni. I luoghi di quella permanenza siano ricordati degnamente e salvati alla memoria locale e nazionale.
Le pietre d’inciampo, come ha ben ricordato l’assessore regionale Fabio Scoccimarro a Trieste, sono “un gesto d’amore per i caduti e per onorare tutte le vittime di qualsiasi parte”. Nessun paragone quindi con le vittime della Shoah e con le pietre d’inciampo dedicate alle vittime dell’Olocausto”.
Stefano Salmè