“Desta non poca sorpresa e preoccupazione la notizia di come la Giunta, per mano dell’Arcs,
si appresti a metter mano alla questione della ristorazione ospedaliera; gli auspici non sono buoni… per i degenti, s’intende”.
Così, in una nota, il consigliere regionale Walter Zalukar, del gruppo Misto. “In breve: l’appalto prevede 317 milioni per 6 anni, un unico vincitore, un’unica cucina centralizzata a
Palmanova e cibo preparato col metodo “cook and chill”, ovvero cibo cotto alcuni giorni prima di servirlo – continua il comunicato di Zalukar – . Sul tema erano state presentate alcune
mozioni in Consiglio regionale e si evidenziava che il metodo “cook and chill” si era dimostrato di gran lunga peggiore del metodo “fresco-caldo”, cibo cucinato e servito subito: sia uno studio dell’Università di Trieste che uno commissionato dall’Egas ad una società specializzata evidenziavano con nettezza che il metodo “fresco-caldo” presentava più elementi di preferenza rispetto al “cook and chill” sia in termini di costi che di qualità”.
“Lo studio dell’Università – si legge ancora nella nota – aveva messo in luce la perdita significativa delle componenti protettive nelle varie preparazioni alimentari per tutti i cibi
considerati, non una banalità! Gli studi sono rispettivamente del 2018 e del 2015 e quindi, pur sapendo che i cibi somministrati ai degenti (già indeboliti dalla malattia) non erano particolarmente nutrienti (ad essere generosi), per quattro anni si è continuato così”.
“E adesso, pur sapendo che il sistema “cook and chill” è peggiore, come hanno sperimentato sulla loro pelle i degenti dell’ospedale di Cattinara in tutti questi anni, si sceglie proprio questo perché il metodo “fresco caldo” presenta maggiori complessità. Ma la sanità è per definizione un sistema complesso – obietta Zalukar – e a seguito dell’aziendalizzazione del sistema ci sono dei manager che devono gestire questa complessità, è il loro mestiere; forse la Giunta non si fida dei manager che ha scelto e quindi a scontare tutto ciò devono essere i degenti?”.
“Questa fissazione perniciosa sulla centralizzazione ha già danneggiato gravemente il sistema di emergenza-urgenza e adesso lo si adotta anche per la ristorazione”, osserva ancora il
consigliere.
“Se dal punto di vista economico – prosegue Zalukar – si decantano le economie di scala, bisogna ricordare che anche queste hanno ad un certo punto dei rendimenti decrescenti,oltre a non considerare l’intera dimensione della questione e delle possibili alternative, ma limitandosi all’aspetto economico-ragionieristico, invero antico e miope”.
“Un’analisi costo-utilità sarebbe invece capace di soppesare aspetti che vanno al di là di quello ragionieristico e in particolare prenderebbe in ben maggior considerazione gli aspetti
qualitativi del cibo, il numero e la qualità dei posti di lavoro creati, l’indotto locale movimentato e via dicendo – conclude il consigliere del Gruppo Misto – ma forse tutto ciò è troppo complesso e che i pazienti si rassegnino, dunque, alla verdesca riscaldata made in Palmanova!”