Sinistra in preda all’isteria mentre il neo sindaco è già al lavoro

Una sconfitta epocale. Anche l’ultimo fortino rosso in Friuli è stato espugnato. Dopo 23 anni di governo cittadino, la sinistra cede la guida di Palazzo d’Aronco a Pietro Fontanini e al centrodestra. La sconfitta è talmente bruciante da non essere ancora stata metabolizzata. Piuttosto che riflettere sugli errori propri, la sinistra ha lanciato una vera e propria crociata (sostenuta ovviamente dal Messaggero Veneto) contro i “rigurgiti neofascisti” che avrebbero determinato la vittoria di Fontanini. Ad onore del vero il margine risicato dell’affermazione elettorale di Fontanini passa anche per l’accordo elettorale fatto con la coalizione civica di Stefano Salmè, che al primo turno aveva raccolto  1208 voti. Ma l’operazione orchestrata per condizionare la formazione della giunta Fontanini, gridando istericamente al “pericolo fascista”, appare, agli occhi dell’opinione pubblica, un tentativo maldestro di evtare una sana autocritica ed una posizione politica lontana dai problemi reali della gente. Nel frattempo il neo sindaco è già all’opera per concretizzare, nei suoi primi 100 giorni, le priorità che il suo programma prevedeva: dopo aver annunciato il potenziamento della polizia locale, incontrato il neo governatore Fedriga per rendere veloce la fuoriuscita dalla UTI del Friuli centrale, oggi è previsto un incontro con il prefetto, per ribadire la volontà di diminuire progressivamente la presenza di richiedenti asilo ad Udine, fino ad arrivare alla soglia prevista dai patti contratti tra il Ministero degli Interni e i comuni italiani ( 2,5 richiedenti ogni mille abitanti).