Il “caso Svezia” che tanto infastidisce i “globalisti”

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La Svezia è forse l’unica nazione che ha orgogliosamente voluto trovare una via d’uscita nazionale dall’epidemia da Covid 19. Molto criticata per il fatto di non aver voluto piegarsi alle direttive globali dell’OMS , di non aver voluto applicare nessun lockdown nemmeno nella fase più critica della scorsa primavera e di non aver mai imposto (ma solo raccomandato) limitazioni alle libertà individuali. Questo è probabilmente il motivo della “cattiva stampa” di cui gode oggi la Svezia. Il mainstream internazionale accusa la Svezia di aver applicato la carta dozzinale dell’immunità di gregge contro il proprio popolo. Invero la comunità scientifica e la classe politica svedese non hanno mai affermato (come fatto incautamente dal premier inglese Johnson) di puntare sull’immunità di gregge per superare la pandemia, mentre hanno sostenuto sin dall’inizio di cercare una “convivenza con il virus”, nel tentativo di “appiattire la curva epidemica”. E ad essere oggettivi l’obiettivo è stato raggiunto: se si volesse rafforzare l’istinto complottista di qualcuno, basterebbe raccogliere i titoli fotocopia delle agenzie di stampa italiane (ma vale per tutta Europa) quando si parla di Coronavirus in Svezia.  Con diverse formulazioni recitano tutti così: “nuovo record di contagi in Svezia”. Ma basta una semplice googlata sull’andamento Covid in Svezia per verificare che all’aumento costante del numero di persone contagiate da fine estate ad oggi,  non corrisponde affatto un incremento nel numero di morti, che invece si sono praticamente azzerati.

Non è compito nostro ovviamente (ma dei medici e degli scienziati) spiegare come la Svezia sia riuscita quasi ad azzerare il numero di morti. Da profani si potrebbe pensare che la Svezia abbia trovato un protocollo di cura così efficace da aver raggiunto questo incredibile risultato. Risulta però difficile credere che un paese membro dell’Unione Europea non abbia subito messo a disposizione di tutta la UE questo protocollo così proficuo.

Un’altra spiegazione che il buonsenso detterebbe è che la Svezia, a differenza degli altri paesi europei (ma anche la Germania è probabilmente sulla giusta via) sia riuscita in quella azione di tracciamento del contagio che permette la conoscenza precoce dei nuovi positivi e la loro cura presso il domicilio. Questa capacità degli svedesi ha loro consentito di evitare quell'”emergenza ospedaliera” che è l’unica vera e reale preoccupazione di questa epidemia.

La Svezia ha insomma puntato sulla responsabilizzazione dei propri cittadini piuttosto sulla repressione. Ha scelto una “via nazionale” rispetto alla pedissequa osservanza delle direttive dell’OMS. Ha scelto di preservare il tessuto produttivo proprio per sostenere lo sforzo santiario piuttosto che aspettare i “prestiti europei” che graveranno sulle future generqazioni. Tutte decisioni che la rendono “antagonista” del mainstream internazionale che vede con fastidio il successo “originale” di una nazione che ha voluto scegliere in autonomia sul proprio destino.

Stefano Salmè

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Il Giornale di Udine

Eredi morali del “Giornale di Udine” fondato nel 1866 da Pacifico Valussi.

Responsabile culturale dott. Stefano Salmè, nato a Udine, iscritto all’ordine dei giornalisti dal 2002. Collaboratori: dott.ssa Stefania Toffoli, prof.ssa Alessandra Pagnutti, Simonetta Vicario, Giulia Peres, Daniele Bulfone

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