In Europa dilaga la protesta. Le regioni propongono a Draghi il “lazzaretto domestico per i non vaccinati”

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Dilagano le proteste nel Vecchio Continente a seguito delle ennesime restrizioni prese dai governi nazionali per “salvare il Natale”.

Dopo due anni di lockdown, confinamenti, limitazioni delle libertà individuali, l’istituzione di un lasciapassare per lavorare ed avere una vita sociale, la protesta ora diventa violenta.

A Vienna si sono riunite decine di migliaia di persone per protestare contro il “confinamento dei non vaccinati” e l’annuncio dell’obbligo vaccinale (che scatterebbe da febbraio).

A Bruxelles, nel cuore d’Europa, 35.000 mila persone hanno sfilato contro il Green Pass e dopo una fase pacifica, la manifestazione è degenerata in guerriglia.

Ma l’epicentro della rivolta è in Olanda, una nazione molto sensibile al tema delle libertà individuali. L’altro ieri la manifestazione andata in scena a Rotterdam è finita con la polizia che ha sparato sui manifestanti, ferendone due. Decine gli arresti. Ieri è stata la volta della capitale L’Aia, con migliaia di manifestanti che hanno attaccato la polizia, che impediva loro di dirigersi verso i palazzi del potere. Sono sette gli arresti. Il motivo delle proteste è l’adozione anche nel paese dei tulipani,della cosiddetta regola delle “2G”, di fatto un confinamento dei non vaccinati nel proprio domicilio (a parte il lavoro per chi lo ha).

Anche in Italia le manifestazioni “No Pass” continuano a raccogliere decine di migliaia di adesioni lungo tutta la penisola.

Il denominatore comune di tutto questo dissenso ha ormai perso la connotazione “no-vax” che i giornaloni del mainstream continuano a dipingere, per  trasformarsi in una lotta per le libertà individuali. Le tante, troppe bugie raccontate ai cittadini, stanno convincendoli che la pandemia (che esiste e che nessuno nega) venga cavalcata per prolungare uno stato di emergenza che premia il connubio tra governo e lobby economiche. Con il Parlamento esautorato, una quota di cittadini ghettizzati, il dibattito pubblico mistificato su una falsa dialettica tra “pro-vax” e “no-vax”, tutte le conquiste di libertà sono in pericolo.

E mentre l’economista, intellettuale ed ex ministro Antonio Martino, fondatore di Forza Italia, avverte che “le libertà perse non si recuperano“, i governatori si trasformano nei principali vassalli di Confindustria che, pur di salvaguardare il business (esigenza fondamentale per tutta la Nazione ma che deve essere contemperata con le altre), pretende il “lazzaretto per i non vaccinati” (definizione critica dell’ex presidente della Corte costituzionale Cesare Mirabelli, che ritiene la norma incostituzionale), ossia il loro confinamento domiciliare.

Il governatore Fedriga, nel suo abito di presidente della Conferenza delle Regioni, in perfetto politichese nega che il “lockdown per i non vaccinati” sia una discrimnazione, ma “un modo per dare ai vaccinati l’opportunità di fare più cose rispetto a quelle che potranno fare i non vaccinati“. Questo è linguaggio paternalistico a cui è ormai abituata la nostra classe politica, che tratta i cittadini come degli “utili idioti”.

La classe politica, ha dismesso i suoi doveri di rappresentanza per adagiarsi nel ruolo di maggiordomo del potere economico.

Dopo un anno e mezzo di bugie gli italiani avevano comunque aderito, più delle altre grandi nazioni europee, alla campagna vaccinale. Agli italiani era stato promesso che sarebbe stato “l’ultimo miglio” e loro hanno hanno risposto in modo massiccio:

La soglia della fatidica “immunità di gregge” è stata sposatata sempre più avanti, in modo da conservare la pezza giustificativa dello “stato di emergenza”. Alle due dosi del “ciclo vaccinale completo” si è aggiunta la terza dose “booster” e i vocii di palazzo sospirano che non basterà. Il governo è pronto ad allungare lo “stato di emergenza”, così da permettere a “Cincinnato Draghi” di rimanere ancora a Palazzo Chigi il tempo sufficiente a finire il suo periodo da “dictator” della Repubblica. I romani antichi usavano l’ufficio della “dittatura” per vincere le guerre, ma erano estremamente attenti al suo carattere temporaneo e i vari “Cincinnato” che usarono quell’ufficio previsto dalla Res Pubblica romana, una volta terminata la loro missione, se ne tornavano a coltivare la terra.

Nell’Italia di oggi non si intravedono novelli Cincinnato e la “Repubblica Italiana” sembra ormai una finzione.

Dott. Stefano Salmè

 

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Il Giornale di Udine

Eredi morali del “Giornale di Udine” fondato nel 1866 da Pacifico Valussi.

Responsabile culturale dott. Stefano Salmè, nato a Udine, iscritto all’ordine dei giornalisti dal 2002. Collaboratori: dott.ssa Stefania Toffoli, prof.ssa Alessandra Pagnutti, Simonetta Vicario, Giulia Peres, Daniele Bulfone

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