La Slovenia cerca di fare cassa con gli italiani. Tassa di 1.000 euro sui natanti

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La “zona franca d’emergenza” (riduzione temporanea delle accise sui carburanti per recuperare i clienti italiani persi con il lockdown)e la riapertura anticipata dei confini per i friul-giuliani, sono la prova delle difficoltà economiche della Slovenia. Gli sloveni negli ultimim mesi hanno inaugurato una “politica muscolare” con l’Italia con un unico e preciso obiettivo, “fare cassa”.

La notizia di questi giorni che il governo sloveno ha deciso di imporre una tassa di registrazione di circa 1.000 euro alle piccole imbarcazioni (sotto i dieci metri) senza targa, ne è la conferma. Una soluzione presa unilateralmente che stride con la retorica del multilateralismo, dell’europeismo e delle “euroregioni”, usata quando il governo di Lubiana deve battere cassa con l’Italia.

Come ha ben specificato Antonio Paoletti, presidente di Assonautica: ’Se consideriamo solo le imbarcazioni triestine, sono più di 3000 natanti da immatricolare, difficile che tutti i proprietari provvedano ad effettuare una registrazione così onerosa (circa 1000 euro, ndr). Spiace che in un momento come questo non ci sia particolare volontà di collaborare tra Stati”.

Il presiente di Assonautica ha affermato che la soluzione più intelligente sarebbe stata quella di chiedere una targa “light” in grado di permettere l’identificazione dell’imbarcazione.

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Il Giornale di Udine

Eredi morali del “Giornale di Udine” fondato nel 1866 da Pacifico Valussi.

Responsabile culturale dott. Stefano Salmè, nato a Udine, iscritto all’ordine dei giornalisti dal 2002. Collaboratori: dott.ssa Stefania Toffoli, prof.ssa Alessandra Pagnutti, Simonetta Vicario, Giulia Peres, Daniele Bulfone

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